Verizon rilancia le sue strategie con l’Lte broadcast, le trasmissioni video-Tv su reti Lte, che possono nettamente differenziare la sua proposta commerciale dalle concorrenti che giocano solo su aggressive strategie di prezzo. La telco americana sta perciò trattando con aziende dei contenuti per dare corpo alla sua nuova offerta, come rivelato il chief financial officer Fran Shammo nel corso di una conferenza alla Bank of America Merrill Lynch. Shammo ha indicato, secondo quanto riporta la stampa Usa, che Verizon intende usare la tecnologia come importante differenziatore che aiuterà il colosso americano a difendersi dalle aggressive strategie sul prezzo perseguite dai concorrenti, principamente Sprint e T-Mobile Us.
“Noi non giochiamo sullo stesso terreno”, ha detto Shammo. “La nostra partita si gioca sul servizio. Noi puntiamo ad essere quella rete di prima qualità che le persone cercano perché l’esperienza è nettamente superiore a quella sugli altri network”.
Il roll-out dell’Lte broadcast, cui Shammo si riferisce semplicemente come multicast, è in linea con questa strategia.
“Il multicast è una tecnologia completamente nuova su cui alcuni nemmeno investono”, ha detto Shammo. Per il Cfo di Verizon, invece, il multicast giocherà un ruolo “molto, molto importante” nell’erogare contenuti agli abbonati mobili.
Verizon progetta di lanciare l’Lte broadcast il prossimo anno e Shammo ha detto che la telco sta “trattando con tutti i fornitori di contenuti” per la possibile costruzione di un portafoglio di contenuti esclusivi.
Ma il contenuto è solo una parte dell’equazione: gli smartphone o i device abilitati sono un elemento altrettanto importante. E anche se la maggioranza dei cellulari che Verizon sta per mettere sul mercato nel quarto trimestre supporterà l’Lte broadcast, data la natura dei cicli di aggiornamento degli handset, ci vorrà “un anno o due” prima che ci sia un numero significativo di device che supporta l’Lte broadcast in mano ai consumatori.
Shammo ha anche spiegato che i proprietari dei contenuti vogliono numeri certi: vogliono sapere quante persone guardano quale contenuto, su quale device, in quale momento della giornata, per quanto tempo. Per questo Verizon si affiderà alle misurazioni di Nielsen dal quarto trimestre, ha detto il Cfo.
Infine, occorrerà stabilire un modello di business anche per l’Lte broadcast. “E’ un modello pay-per-view? O è basato sulla pubblicità? Il consumatore penserà che l’Lte broadcast venga offerto automaticamente nella sua tariffa dati? E non credo che sia questa la giusta strada da seguire”, ha detto Shammo. “Insomma, il modello economico deve ancora essere sviluppato”.