Fino a qualche decina d’anni fa era una specie di macchinista, stile grandi navi, oggi però in azienda ne determina sempre più spesso anche la rotta. Il mestiere del Responsabile dei Sistemi Informativi si è complicato, le tecnologie sono aumentate – a partire da Internet, mobilità e cloud – e il ruolo che gioca è sempre più strategico. La ragione principale è dovuta all’impatto crescente che l’Ict ha sull’organizzazione del lavoro e sui processi di business. Come racconta Massimo Barbi, IT Infrastructure Manager di Alfa Wassermann, tipica “multinazionali tascabile” all’italiana del settore farmaceutico, chi è responsabile del buon funzionamento del sistema Ict aziendale e ne pianifica lo sviluppo, stabilendo le priorità in accordo con la direzione d’impresa, ha un occhio sempre puntato verso l’organizzazione, con cui deve avere un’elevata affinità. “In qualche modo dobbiamo svolgere la funzione di precursori, anticipando lo sviluppo dell’impresa. L’ostacolo principale che dobbiamo affrontare è legato di conseguenza alla comunicazione, ovvero a come far comprendere i benefici che ancora devono arrivare a fronte di una spesa”.
Il compito di un Responsabile IT è di analisi e progettazione dei sistemi informativi e legato alla gestione operativa, ma controlla anche budget e risorse umane. “È un mestiere complesso, ma estremamente gratificante, perché al di là delle difficoltà contingenti, è un lavoro che consente davvero di portare innovazione in azienda”.
Il contatto di questa figura con l’azienda è costante, anche verso il basso. Collabora quotidianamente con i responsabili delle funzioni interne nella definizione degli interventi organizzativi collegati all’IT. Continua Barbi: “Gli utenti finali sono come un campanello d’allarme. Funzionano meglio di qualsiasi sistema di monitoring sui sistemi IT, quando qualcosa non funziona squilla subito il telefono”. Il cuore della responsabilità resta comunque verso i budget, le persone impiegate e le tecnologie adottate, soprattutto quando il ruolo cresce e si assume quello di Direttore dei sistemi, ovvero di Cio.
Per Enrico Garuti, Group Ict Manager di Panini Spa, “le competenze richieste a un buon Cio sono la capacità di comprendere e gestire i processi, pianificare le risorse e al tempo stesso affrontare gli imprevisti, le interazioni e soprattutto le interruzioni. Serve autocontrollo e flessibilità, visto che la comunicazione con gli utenti e i ruoli più diversi in azienda è continua”. Quanta tecnologia occorre conoscere a questi livelli? “Molta, ma è impossibile non delegare. Il vero problema, con l’esplosione di Internet e mobilità, è legato al fatto che il lavoro si sia aperto verso l’esterno e occorra perciò trovare risorse competenti, per sviluppare nuove strategie”, continua Garuti. “Non serve sapere tutto, ma trovare buoni partner e buone risorse”.
Questo vale anche per chi ha un ruolo più di coordinamento rispetto al livello internazionale, come accade ad Alessandro Zanni, Account Manager IT di Sap Italia, che guida un piccolo team interno con l’obiettivo di creare sinergia con la direzione di sviluppo dei sistemi IT definito fuori dall’Italia. “Il cuore dei nostri sistemi sta in Germania, in Giappone e a Palo Alto. In Italia curo i sistemi locali e il roll out di nuove soluzioni e progetti IT definiti a livello Corporate. Partecipo a team virtuali con figure omologhe di altri Paesi e mi è richiesto un confronto continuo sulla tecnologia. Nonostante la bassa autonomia è un mestiere stimolante, ricco di opportunità e aperto al rapporto continuo con le persone in azienda e nel mondo”.
Aggiornamento continuo, conoscenza dell’inglese e una flessibilità nella comunicazione sono doti richieste per un ruolo che non può certo definirsi aperto ai giovanissimi. La strada per arrivare a far questo mestiere è però apertissima, basta accedere, con ruoli minori, alla gestione dell’IT, partendo magari da piccole imprese. La formazione universitaria non è richiesta, ma offre forse più chance di carriera. A livello di mercato del lavoro offre buona mobilità, anche internazionale, mentre a livello retributivo si pone nella media, ma al di sotto di funzioni più legate alla produzione o alle attività commerciali.
Per un Direttore dei sistemi IT (Cio), inquadrato come dirigente, lo stipendio medio è di 103mila euro lordi all’anno, con buste paga più pesanti nelle grandi aziende e per gli over 50, mentre un Responsabile dei sistemi informativi percepisce, in media, 93.730 euro lordi all’anno, se inquadrato come dirigente, 56.237 euro a livello di quadro e 34.821 euro se la qualifica è di impiegato.
I bonus più diffusi sono l’automobile, i buoni pasto e la previdenza integrativa, mentre cellulare e portatile, in mano praticamente al 95% di queste figure, non sono più neppure considerati benefit, ma strumenti di lavoro tout court. Dal punto di vista della crescita retributiva chi è andato meglio sono i dirigenti, che, a livello di Responsabili di sistemi IT, hanno visto crescere le proprie buste paga del 12% negli ultimi cinque anni. Per tutti vale comunque una regola: si guadagna di più fuori dal settore hi-tech. Guidare l’area IT nelle aziende tecnologiche non paga. Meglio altri settori merceologici, che offrono fino a 6.000 euro in più ai Cio e tra i 3.000 e i 7.000 euro in più, in media, ai Responsabili di sistemi IT.