HYBRID CLOUD

VMware, la “nuvola” si fa liquida

Le nuove soluzioni del colosso dei software di virtualizzazione puntano all’ibridazione estrema delle piattaforme professionali dedicate all’hybrid cloud. Bullani: “L’hardware diventa rapidamente obsoleto. Nel futuro, per noi, conteranno sempre di più Cpu e Ram”. E intanto diventa service provider

Pubblicato il 23 Set 2014

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A metà strada tra San Francisco e Barcellona, dove rispettivamente ad agosto e a ottobre VMware presenta annualmente al mercato le proprie innovazioni sul fronte dei sistemi di virtualizzazione, il top management della filiale tricolore ha oggi incontrato la stampa per illustrare la nuova gamma di suite e prodotti da integrare nella strategia globale del gruppo. La parola d’ordine? Soluzioni liquide, ancor più che ibride.

Alberto Bullani, Regional Manager di VMware Italia, l’ha detto fin da subito: “Noi crediamo che in un mondo del business in evoluzione sempre più rapida, al punto di poter essere definito liquido, servano strumenti in grado di accompagnare questa continua trasformazione. Fino a non troppo tempo fa le aziende erano costruite per durare anni, oggi sono fatte per cambiare continuamente pelle. Ed è per questo – ha continuato il manager – che nella visione di VMware i grossi investimenti in hardware mostrano sempre più i loro limiti, in quanto l’hardware diventa velocemente obsoleto. Il futuro per noi si gioca tutto su Cpu e Ram, ovvero su capacità di calcolo e memoria. Solo così è possibile garantire la massima flessibilità per affrontare carichi di lavoro che cambiano di giorno in giorno”.

Sono tre i pilastri su cui si fonda la proposizione di VMware: end user computing, software defined networking e hybrid cloud. Ma a Barcellona sarà presentata ufficialmente anche l’offerta in veste di service provider, già attiva negli Usa e in Uk e pronta a essere estesa in altri mercati Europei, a partire da Germania e Spagna. “Mentre in Italia – ha precisato Bullani – attiveremo il servizio nel corso del 2015, con macchine e personale VMware inseriti nelle server farm di alcuni partner, coi quali in ogni caso non intendiamo entrare in competizione: si tratta di una diversa sfumatura dell’offerta”.

Entrando nel vivo delle nuove soluzioni, Luca Zerminiani, Presales manager di VMware Italia, ha innanzitutto presentato Evo:Rail, appliance per l’infrastruttura hyper-converged che permette di creare 100 server virtual machine e 230 desktop virtual machine attraverso un’installazione della durata di soli 15 minuti e senza aver bisogno di competenze informatiche avanzate. Il sistema, scalabile fino a quattro volte, rappresenta l’evoluzione estrema della soluzione Vblock, l’infrastruttura convergente che VMware ha creato insieme a Cisco ed Emc. “In questo caso – ha spiegato Zerminiani – il cliente ha a che fare con un prodotto sviluppato da un solo vendor, anziché da tre. La soluzione è già disponibile, mentre Evo:Rack, la piattaforma che integrerà anche il software defined data center, arriverà a breve”.

Proprio sul fronte del software defined data center, Vio (VMware Integrated OpenStack) permette di implementare i cloud OpenStack con strumenti on top di VMware. “Vediamo un grande potenziale nelle soluzioni open, che però spesso necessitano di competenze specifiche per essere gestite”, ha detto Zerminiani. “Con Vio mettiamo a disposizione degli utenti una serie di ingredienti di prima scelta per facilitare l’integrazione del framework”. Al fianco di Vio è stato presentato anche NSX 6.1, con nuove funzionalità di virtualizzazione del networking che consentono di realizzare vere e proprie micro-segmentazioni della rete, superando il concetto di protezione perimetrale del sistema a tutto vantaggio della sicurezza dei dati.

Un’ulteriore novità è rappresentata da vRealize Suite, che di fatto unifica le soluzioni VMware dedicate al cloud automation, al cloud operations e al cloud business management. “Ma non si tratta solo di questo”, ha precisato Luca Zerminiani. “Il processo di integrazione reale del software presuppone la creazione di una roadmap parallela e comune tra i tre strumenti. Tra l’altro la suite si apre anche al mondo fisico, tant’è che è stato necessario modificare il meccanismo di licensing, passando dalla modalità Cpu a quella Osi (Operating system instance) e prefigurando un’esperienza as a service oltre che l’utilizzo on premise”.

Rimangono da citare il nuovo vCloud Air Virtual Private Cloud On Demand, che consente di acquistare risorse direttamente via browser e con carta di credito (con lo stesso meccanismo, in pratica, del servizio offerto da Amazon), e la Workspace Suite, attiva a 360 gradi sulla gestione di device e applicazioni. Il prodotto rappresenta il primo tentativo di integrazione tra il software VMware con con le tecnologie dedicate al mobile offerte da Airwatch, società acquisita da VMware all’inizio del 2014.

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