Telecom Argentina: la vendita rischia di saltare, Fintech proporrebbe acquisto a termine

Domani scadono i termini della cessione sulla quale pesano il mancato ok della Autorità di Buenos Aires e il default tecnico in cui versa il Paese. E Telecom Italia sposta a venerdì 26 il cda che deve decidere se procedere o meno. Martinez Guzman a caccia di soluzioni per superare l’impasse

Pubblicato il 24 Set 2014

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La partita sudamericana tiene Telecom Italia sotto i riflettori. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore di oggi, la cessione della di Telecom Argentina alla Fintech di David Martinez Guzman non verrà perfezionata, principalmente a causa di alcuni ritardi autorizzativi da parte dell’Authority locale per le tlc ma soprattutto per il default tecnico del Paese che ha spinto l’acquirente a chiedere un ritocco al ribasso del prezzo. Proprio per questo motivo il cda di Telecom Italia slitta a venerd’, dato che domani – data iniziale del board. scadono i termini della vendita.

Del resto, si osserva, la cessione di Telecom Argentina era legata a un contesto ben diverso, quando la strategia in Brasile puntava tutto sul controllo di Gvt e l’alleanza con Telefonica sembrava salda. Ora che lo scenario è completamente cambiato, tutto torna in discussione. Ciò mentre il mercato inizia a ragionare anche su un altro dossier caldo per Telecom Italia: la quotazione delle torri, che dovrebbe avvenire nel 2015, dopo lo sbarco in Borsa di Raiway.

Secondo indiscrezioni, pre superare l’impasse, Fintech avrebbe proposto un acquisto a termine: pagherebbe i restanti 851 milioni ma in caso di uno stop delle Authority, fra due anni potrebbe restituirla a Telecom.

Alto anche l’interesse per il Brasile dopo che Oi ha deciso di non partecipare all’asta delle frequenze 4G in Brasile. Gli analisti e il mercato leggono in questo contesto un aumento delle possibilità di consolidamento del mercato brasiliano. Mediobanca Securities spiega che “la decisione di Oi si potrebbe trasformare in un’asta poco costosa per gli altri partecipanti.

Ricordiamo inoltre che Oi nel mese di agosto ha detto che stava considerando di fare un’offerta su Tim Brasil. Continuiamo a credere che il processo di consolidamento in America Latina sia necessario e che l’asta delle frequenze 4G possa imprimere un’ulteriore spinta a questo processo”.

Per Deutsche Bank infatti “il consolidamento in Brasile diventa sempre piùprobabile” dopo che Oi ha deciso di non partecipare all’asta brasiliana delle frequenze 4G. Gli esperti evidenziano che per le frequenze parteciperanno invece Tim Brasil, America Movil e Telefonica e che senza la partecipazione di Oi “il prezzo pagato” per vincere l’asta potrebbe essere basso. Per quanto riguarda le modalità in cui avverrà il consolidamento, la casa d’affari crede che lo scenario piú probabile sia un’offerta su Tim Brasil. “Il fatto che Oi abbia deciso di non partecipare all’asta fa pensare agli investitori che l’operatore sia veramente interessato a Tim Brasil“, aggiunge un analista di una primaria casa d’affari.

Equita Sim pone infine l’accento sul fatto che Tim Brasil parteciperà all’asta delle frequenze e l’investimento minimo richiesto per acquisire le frequenze sarebbe di 2,9 miliardi di real brasiliani. Telecom aveva indicato che la copertura di questo investimento sarebbe stata effettuata in parte con la vendita delle torri in Brasile. Oi, invece, ha comunicato che non parteciperà all’asta per le frequenze e questo, proseguono gli analisti, “potrebbe sostenere le ipotesi speculative di un consolidamento imminente in Brasile (da 4 a 3 operatori principali)”. Nel complesso “riteniamo positivo che ci siano ancora diverse opzioni, industriali e finanziarie, da valutare per l’evoluzione in Brasile ed anche per l’azionariato di Telecom Italia“, concludono dalla sim milanese.

Kepler Cheuvreux segnala che la decisione di Oi di non partecipare alla gara per le frequenze 4G in Brasile potrebbe rappresentare un segno del fatto che l’azienda è fiduciosa verso un processo di consolidamento del business Mobile. Per la società italiana la notizia è positiva in termini di potenziale minore esborso. In ogni caso gli esperti, pur non giudicando inimmaginabile un deal Tim-Oi, credono che la decisione della società brasiliana non porti ad un’operazione nel breve termine visto che difficilmente Telecom Italia potrebbe ricevere un’offerta elevata (a causa del leverage di Oi) e in caso di swap carta-contro-carta la governance dell’entità combinata sarebbe complessa.

La partita sudamericana tiene comunque alta l’attenzione del mercato sulle azioni di Telecom che oggi chiude in Borsa a +1,86%.

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