L’economia digitale sarà il fattore critico per la ripresa dell’Italia. Solo con la digitalizzazione possiamo creare quel salto di produttività capace di rendere competitive le nostre imprese in un mercato sempre più internazionale e complesso.
Nelle telecomunicazioni oggi assistiamo da una parte ad una domanda di connettività che aumenta al ritmo del 50% all’anno, e dall’altra ad una pressione sui prezzi che erode in modo crescente ricavi e margini degli operatori. Il settore, che in questi anni ha contribuito in misura maggiore ad arricchire la capacità di spesa del consumatore, potrebbe, in questo contesto, beneficiare di politiche strutturate a sostegno dei consumi. Crediamo inoltre che sia prioritario uno sforzo di semplificazione burocratica che consenta alle imprese di realizzare in tempi rapidi le opere sul territorio.
Oggi, ad esempio, per la costruzione di un nuovo impianto di rete, sono necessari 120 giorni, che diventano oltre 300 in caso di contenzioso amministrativo.
Stanno già emergendo alcuni elementi di progettazione che vanno nella direzione giusta con un set di misure, come la defiscalizzazione degli investimenti nella banda ultralarga contenuti nel decreto Sblocca Italia, ed alcuni orientamenti regolamentari che, se confermati e resi concretamente applicabili a breve, possono stimolare gli investimenti del settore in una prospettiva nazionale di lungo periodo.
Il nostro programma di investimento da 3,6 miliardi di euro per lo sviluppo delle reti ultrabroadband mobili e fisse nei prossimi tre anni, conferma la fiducia che Vodafone ripone in Italia, terza economia europea capace di sviluppare innovazione. Un progetto importante che porterà anche occupazione: gli attuali 30mila posti dell’indotto Vodafone potrebbero salire di altre 4-5mila unità. Ci siamo presi un impegno concreto per la modernizzazione del Paese, che auspichiamo sia anche catalizzatore di nuovi capitali internazionali in Italia.
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