Una tipologia di intervento caratterizzata da un’elevata qualità nell’operare, superando i limiti legati alla difficoltà di trattare, con la laparoscopia, patologie in sedi anatomiche ardue da raggiungere, e da una ridotta invasività, con una maggior sicurezza per il paziente in termini di sanguinamento, insieme alla velocizzazione dei tempi legati al suo recupero e all’ospedalizzazione. È un binomio ideale quello raggiunto dal sistema robotico Da Vinci Xi, che nello scorso agosto è stato collaudato presso il blocco operatorio Dea (Dipartimento di emergenza accettazione) dell’azienda ospedaliero universitaria Maggiore della Carità di Novara. Già a inizio settembre il robot ha permesso all’ospedale della città piemontese di portare a termine, per primo in Italia – gli altri due centri sono in Inghilterra e Germania – tre interventi chirurgici mini invasivi sulla prostata; interventi che sono stati effettuati dall’équipe urologica guidata dal professor Carlo Terrone.
“Prima di procedere con la presentazione ufficiale abbiamo voluto attendere che fossero effettuati i primi tre interventi. Ora possiamo dirlo con soddisfazione: tutto è andato per il meglio e i pazienti stanno bene”, le parole del direttore dell’ospedale “Maggiore” Mario Minola. Il passo successivo è quello di proseguire l’attività robotica nell’ambito della chirurgia generale. L’acquisizione del sistema robotico Da Vinci Xi, sostenuta dall’assessorato regionale alla sanità proprio perché costituisce un naturale sviluppo tecnologico dell’attività chirurgica specialistica – l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta lo ha definito “un’assoluta eccellenza e un motivo di orgoglio per l’intero sistema del Piemonte” – ha determinato infatti anche una maggiore integrazione interdisciplinare di professionisti, permettendo di intervenire in urologia, chirurgia generale, ginecologia e otorinolaringoiatria.
Inoltre, per il corretto ed efficace utilizzo del robot, il “Maggiore” ha formato un team multidisciplinare di specialisti (urologi, ginecologi e chirurghi) che hanno seguito una serie di corsi di formazione presso l’Olv Vattikuti robotic surgery institute di Aalst, in Belgio, sotto la guida del professor Alexandre Mottrie. A Novara le attività sono state portate avanti dal dottor Pinuccio Spinoglio, presidente della società mondiale di chirurgia robotica. Si stima che nel corso del 2015 si possa arrivare a 150 interventi, attestandosi ai 200 negli anni seguenti, suddivisi tra le varie specialità in grado di usufruire del sistema.