LA RIUNIONE

Telecom Italia, concluso il cda: sul tavolo il dossier Argentina

Al vaglio dei consiglieri la richiesta di Fintech di una nuova proroga dell’accordo. Ieri scadevano i termini per la cessione definitiva della controllata sudamericana

Pubblicato il 26 Set 2014

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Si è conclusa dopo quasi 9 ore la riunione del Consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sul tavolo del Cda c’è la richiesta avanzata da Fintech di una nuova proroga dell’accordo con il gruppo telefonico per l’acquisto di Telecom Argentina.

E’ scaduto infatti ieri il termine per la Fintech della quota in Argentina e l’atteso via libera delle Authority locali non è arrivato. Il contratto firmato a novembre con David Guzman prevedeva un prezzo complessivo di 960 milioni di dollari. L’1,58% di Telecom Argentina detenuto da Tierra Argentea e gli Ads per altri 100,5 milioni di dollari sono già passati al fondo a dicembre, la prima per 61,2 milioni e secondi per 47,5 milioni di dollari e ora doveva effettuarsi il closing per 859,5 milioni sul 68% delle azioni ordinarie della holding Sofora di proprietà di Telecom Italia e di Telecom Italia International. Quel contratto di fatto è decaduto ieri e Patuano riferirà, appunto, oggi in cda.

Asati, associazione dei piccoli azionisti di Telecom, chiede che non siano vendute né Telecom Argentina né Tim Brasil e che in Italia, accanto allo sviluppo del business, sia creata una newco per razionalizzare asset immobiliari e torri. Lo dice l’associazione in una nota in cui informa di aver inviato una lettera al Cda di Telecom il 22 settembre in vista dell’incontro degli amministratori in agenda oggi. Soddifatta dell‘ingresso di Vivendi e del previsto scioglimento della scatola di controllo Telco, Asati elenca una serie di “suggerimenti” al Consiglio. Innanzitutto “nessuna vendita a sconto” a Fintech dell’Argentina, operazione su cui deve esprimersi il Cda di Telecom proprio oggi.

Sul Brasile, “non c’è bisogno di vendere ma di accordi con operatori del fisso che prevedano sinergie e sviluppo”, dice Asati che ritiene necessario che il gruppo mantenga una dimensione internazionale.

Infine, sull’Italia, per Asati bisogna avviare nuove iniziative sul fisso, procedere a una “vera collaborazione con Cdp” e costituire per la larghissima banda una newco con Metroweb e Telecom Italia. Ulteriori ritardi sarebbero “inaccettabili”.

Dopo un giudizio positivo sul piano in corso di razionalizzazione degli spazi, Asati suggerisce che gli edifici industriali, le centrali e le torri siano fatti confluire in una newco con altri soggetti finanziari/industriali e a controllo Telecom con obiettivi di efficientamento e razionalizzazione.

Asati conclude con la richiesta di un nuovo piano azionario per i dipendenti e la proposta di fare la prossima assemblea dei soci a Roma.

Ma Telecom resta sotto i riflettori anche per le indiscrezioni riportate da Bloomberg secondo cui, l’imprenditore Usa Solomon Trujillo che già in passato aveva mostrato interesse per la compagnia, starebbe raccogliendo capitali per lanciare un’offerta da 7,5 miliardi di euro (9,6 miliardi di dollari) su una quota di Telecom Italia. Trujillo avrebbe discusso il piano con alcuni consulenti finanziari e fondi sovrani; tra questi quelli del Qatar e di Abu Dhabi avrebbero espresso interesse. Trujillo però non avrebbe contattato il Cda del gruppo italiano in quanto il progetto non sarebbe ancora del tutto finanziato e perché vorrebbe essere sicuro di avere il sostegno del governo italiano prima di qualsiasi mossa.

Il piano chiamato “Adriano”, spiega Bloomberg, vorrebbe il 62enne Trujillo, già Ceo di Us West Communications, Orange e Telstra, sulla poltrona di amministratore delegato di Telecom Italia. L’investimento da 7,5 miliardi di euro sarebbe equivalente a quasi la metà dell’attuale valore di mercato dell’ex monopolista delle telecomunicazioni, che però al momento deve fare i conti con un indebitamento netto di 27,5 miliardi di euro. I dettagli finanziari dell’operazione non sono ancora stati resi noti ma, a detta delle indiscrezioni, il progetto potrebbe prendere la forma di un aumento di capitale o attuarsi mediante acquisto diretto di azioni Telecom sul mercato.

Inoltre sempre stando a Bloomberg, uomini di Trujillo avrebbero incontrato alcuni rappresentanti del governo italiano, tra cui il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, per discutere dell’ingresso di nuovi soci nel capitale di Telecom. Ma sull’incontro è arrivata secca la smentita di Giacomelli. “Non ho mai partecipato a riunioni operative di questo tipo perché sono determinato a rispettare uno spazio che compete a soggetti privati anche se, come governo, saremo altrettanto determinati ad utilizzare i nostri poteri se ritenessimo che ce ne fosse bisogno”, ha chiarito. E sul “piano Adriano”: “L’unico Adriano che conosco è quello dell’Inter”.

Invece il vice segretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, ha confermato a Reuters di aver incontrato l’uomo d’affari di origine messicana nato nel Wyoming. “Ho visto Trujillo come vedo tanti altri”, ha detto il collaboratore del presidente del consiglio Matteo Renzi.

Di sicuro non è solo Trujillo a ragionare sul riassetto proprietario del gruppo in vista dello scioglimento della scatola di controllo Telco alla quale partecipano Mediobanca , Intesa, Generali e Telefonica. Da tempo interessato a Telecom è l’imprenditore egiziano Naguib Sawiris, numero uno del gruppo Orascom. “L’interesse c’è ed è una cosa pubblica”, ha detto oggi a Milano Khaled Bishara, presidente di Italia Online e componente del Consiglio di Orascom. “Trujillo ha lavorato con noi nel 2004 alla due diligence su Wind ma non c’è nessun legame diretto” tra i due, ha aggiunto Bishara.

Il grosso dell’investimento sarebbe destinato alle reti di nuova generazione all’interno di un piano industriale al quale potrebbe partecipare anche Cassa Depositi e Prestiti. E non si esclude nemmeno – in prospettiva – lo scorporo della rete.

Con 7,5 miliardi è possibile acquistare il 61,5% del capitale votante. La normativa italiana sull’Opa stabilisce che chi supera il 30% del capitale di una società quotata, deve lanciare un’offerta sul 100%.

“Quella è una proposta che forse viene da Disneyland, nel senso che non ne sappiamo niente, non conosciamo Trujillo e non ci ha contattato”, ha dichiarato il consigliere di Telecom Tarak Ben Ammar parlando della cordata che l’uomo d’affari starebbe mettendo insieme per rilevare Telecom. “Benvenga chi porta soldi ma Telecom non è in vendita”.

Comunque, ha proseguito lasciando il cda che è ancora in corso, la proposta di Trujillo “vuol dire che Telecom è una bella signora e che tutti la amano”. Alla domanda se l’uomo d’affari abbia un’autorevolezza nel campo delle tlc che possa sostenere l’operazione, Ben Ammar ha risposto: “Andate su Wikipedia”, aggiungendo, in ogni caso, che “non tutto quello che c’e’ scritto sui giornali e’ la Bibbia”. Quanto al cda di oggi, che aveva all’ordine del giorno anche la richiesta di proroga per la chiusura della vendita di Telecom Argentina, Ben Ammar ha invitato ad aspettare il comunicato, limitandosi a dichiarare che e’ stata una riunione “non difficile, molto produttiva, positiva e proattiva”

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