Giacomelli: “Rete Telecom strategica, pronti ad usare golden power”

Il sottosegretario alle Comunicazioni: “Se fosse in pericolo l’interesse nazionale il governo potrebbe usare questa prerogativa nei confronti di chiunque”

Pubblicato il 26 Set 2014

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“Il Governo italiano ha solo un titolo per intervenire su un’azienda privata e che sta sul mercato come Telecom: tutelare l’interesse nazionale legato alla sicurezza e allo sviluppo di un’infrastruttura strategica come la rete. Eserciteremo questa prerogativa”, ovvero la cosiddetta golden power, “nei confronti di chiunque”. Lo ha detto il sottosegretario alla Sviluppo economico, con delega alla Comunicazioni, Antonello Giacomelli, nel giorno in cui si sono diffuse voci di una possibile cordata straniera che sarebbe intenzionata a entrare in Telecom, formata dall’ex ceo di Telstra Solomon Trujillo e da alcuni fondi sovrani arabi.

Sempre in merito alla possibile cordata, indiscrezioni riportavano anche di un incontro tra uomini di Trujillo e alcuni esponenti del governo, tra i quali lo stesso Giacomelli. Che però ha seccamente smentito. “Non ho mai partecipato a riunioni operative di questo tipo perché sono determinato a rispettare uno spazio che compete a soggetti privati anche se, come governo, saremo altrettanto determinati ad utilizzare i nostri poteri se ritenessimo che ce ne fosse bisogno”, ha chiarito. E sul “piano Adriano” (così si chiama il progetto di Trujillo): “L’unico Adriano che conosco è quello dell’Inter”.

Non la prima volta che Giacomelli annuncia di essere pronto ad usare la golden power per difendere la rete ma anche per trainare le Ngn. In un’intervista rilasciata al nostro giornale, il sottosegretario alle Comunicazioni aveva detto chiaramente che se gli investimenti degli operatori telefonici non fossero in grado di realizzare le nuove reti in fibra ultrabroadband, il governo potrebbe intervenire con gli strumenti forniti dalla golden power.

Con gli operatori, spiegava il sottosegretario, “siamo disponibili e interessati a sviluppare ogni possibile sinergia, ma un punto deve essere chiaro: la rete è un’infrastruttura d’interesse generale del Paese. Se questa comprensione si rivelasse insufficiente, eserciteremo la moral suasion necessaria: nessun legittimo interesse particolare può mettere a rischio la centralità di un’infrastruttura vitale. Banda larga e ultralarga sono centrali, la nostra ambizione è raggiungere tutti gli obiettivi previsti dall’Agenda Europa 2020”.

Se non bastasse la moral suasion, Giacomelli si diceva pronto ad esercitare pressioni più stringenti, anche esercitando i poteri della golden power, “uno strumento previsto dalla legge e che dà a noi la responsabilità di assicurare sempre, quali che siano le condizioni di mercato, che l’interesse generale sia tutelato”.

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