Un mercato da conquistare un cliente alla volta. I grandi colossi del cloud stanno cercando di consolidare le loro posizioni in un mercato che sta diventando sempre più di sostituzione, mano a mano che le aziende terminano la loro transizione nella nuvola. È il caso di Vivocha, shopping online, che lascia i servizi cloud di Amazon per spostarsi in un’altra “casa” digitale.
Questa volta il punto è segnato da Ibm, che ha annunciato che Vivocha sta utilizzando Ibm Bluemix per sviluppare ulteriormente la sua piattaforma e integrare nuove funzionalità ‘customer centric’ nel cloud. Vivocha offre una soluzione Software-as-a-Service (SaaS) per le aziende che operano online, inclusi i retailer, e intendono migliorare l’ingaggio dei propri clienti.
Nel mondo digitale di oggi, le imprese online devono fare di più per attirare e soddisfare i propri clienti, per esempio fornire migliori servizi di supporto. Lo shopping online continua a registrare una crescita a due cifre. Tuttavia, la capacità di attenzione online dei consumatori – che si evince dal tempo trascorso in media su un sito web, dalle pagine web aperte e dal ‘conversion rate’ – ha toccato un nuovo record negativo negli ultimi 12 mesi. Vivocha aiuta le aziende a interagire con i consumatori in modo nuovo: grazie al cloud risponde alle richieste di supporto da parte dei clienti in tempo reale, comunicando attraverso una combinazione di video, VoIP, chat, callback e tool collaborativi, come la navigazione assistita e la condivisione di documenti, disponibili online o via app mobile.
Vivocha ha trasferito di recente la maggior parte delle funzionalità di reporting centrali da Amazon Web Services a Ibm Bluemix e ora sta sviluppando nuove app per il customer service sfruttando il vasto portafoglio di funzionalità Bluemix per Big Data e analytics, sicurezza e cloud ibrido. Così facendo, Vivocha secondo Ibm può rendere operativi in meno di cinque minuti i nuovi canali di comunicazione con i propri clienti basati su mobile e social (“systems of engagement”). Questo unito alla possibilità di collegarsi con rapidità e in sicurezza ai dati di infrastruttura back-end (“sistems of record”) del cliente, come i dati sensibili dei clienti e i dati finanziari, che hanno esigenze di sicurezza critiche.
«Siamo passati a Ibm Bluemix – dice Federico Pinna, CTO e co-fondatore di Vivocha – per sfruttare una vasta gamma di tool e servizi open source, sia di Ibm che di terzi, che ci permettono di fornire ai clienti le funzionalità desiderate, pur mantenendo un elevato livello di sicurezza, disponibilità e scalabilità. Grazie a Bluemix, possiamo offrire ai nostri clienti modelli di customer engagement analitici più solidi e aiutarli a migliorare nettamente la percentuale di visitatori del sito che si trasformano in clienti».
Basato su Cloud Foundry e sull’infrastruttura cloud Ibm di SoftLayer, Bluemix unisce, al portfolio middleware di Ibm, servizi di terze parti, per offrire agli utenti un’esperienza di sviluppo di app open-source in ambiente cloud. Ibm Bluemix aiuta inoltre sia gli sviluppatori nati sul web sia quelli che lavorano in ambienti IT tradizionali a creare nuove app mobile e web basate su cloud, con strumenti specifici per le singole esigenze di integrazione e funzionalità. La PaaS (Platform-as-a-Service) fa notare Ibm che prevede inoltre un modello “DevOps nel cloud”, che consente agli sviluppatori di creare, distribuire e migliorare rapidamente le proprie app sulla base del feedback continuo fornito dai test e dagli utenti.
«Vivocha – dice Sandy Carter, General Manager, Ecosystem Development, Ibm – entra a far parte della sempre più ampia community di aziende e sviluppatori che migrano verso la piattaforma Bluemix, e l’adottano a rapida velocità. La capacità unica di Bluemix di fornire un’esperienza di sviluppo delle app rapida e basata su open source, associata all’ampia gamma di servizi software di Ibm ora disponibile sulla piattaforma, aiuterà Vivocha a introdurre velocemente nuovi prodotti, per aiutare le aziende a interagire meglio con i propri clienti».
L’azienda ha sede a San Francisco, Milano e Cagliari.