Orange si allea con Netflix. Il ceo della compagnia di tlc francese, Stephane Richard, ha confermato che a partire da novembre il gruppo offrirà Netflix in abbonamento via streaming. Richard non ha fornito dettagli sull’accordo. “Aggiungeremo Netflix per i nostri servizi di set-top box – ha però annunciato – a partire da novembre. Inoltre stiamo lavorando, in parallelo, con i nostri partner francesi per rafforzare le loro offerte media”.
Orange darà in dote a Netflix circa 10 milioni utenti e, di contro, fruirà di una parte delle revenues della società Usa.
Netflix è sbarcato in Francia a settembre. Il servizio è stato già attivato in collaborazione con Bouygues, terzo operatore di telecomunicazioni francese, che offre il video streaming on demand della società americana sui suoi decoder. Ora è il turno di Orange che, nei giorni dello “sbarco”, aveva comunque già fatto sapere di non essere contraria a qualche tipo di accordo con la società Usa. Diversa invece la posizione di Numericable Group, in via di fusione con Sfr, che ha fatto sapere che lancerà un servizio “home made” concorrente a quello di Netflix.
Nei suoi primi 15 giorni francesi, il gruppo di Reed Hastings ha già raccolto 100mila utenti: si tratta, per il momento di clienti che hanno sottoscritto il mese di prova gratuita.
Ma la conquista del Paese non sarà tutta rose e fiori. Secondo uno studio dell’università ParisTech con l’arrivo del servizio la Francia deve cambiare mentalità e rivedere le attuali modalità di finanziamento di cinema e fiction televisive. Secondo questa indagine il colosso statunitense della web tv metterà a serio rischio i finanziamenti attualmente ricevuti da cinema e serie televisive francesi: i primi caleranno fino al 22% entro il 2017, i secondi addirittura del 24%.
Il documento ricorda i problemi esistenti già da diversi anni nel settore delle produzioni televisive – calo strutturale dei ricavi pubblicitari e dei ricavi da abbonamenti (Canal + in testa) – ma sottolinea che l’arrivo di Netflix non farà che accrescere la pressione. E soprattutto afferma: “Davanti alla distribuzione di Tnt, il digitale terrestre francese, l’emersione di nuovi servizi o l’internazionalizzazione della distribuzione audiovisiva, il mercato televisivo cessa di essere protetto”.
A porre seri ostacoli allo sviluppo di questo mercato, secondo lo studio, è il quadro regolamentare che “non garantendo l’accesso ai diritti di proprietà delle opere, concorre a concentrare l’attività delle catene televisive sulla massimizzazione del loro pubblico nazionale, proprio quello che è entrato in una fase di recessione duratura”.
Di conseguenza, secondo il rapporto, entrerà presto in crisi il sistema di regolamentazione che in Francia disciplina i finanziamenti al cinema sin dagli anni Cinquanta e quelli alle fiction televisive dagli anni Ottanta.
Quindi, dice lo studio, per rispondere a queste nuove sfide il sistema di finanziamenti a questi settori “dovrà cambiare radicalmente e andare maggiormente verso il mercato”. In particolare questo significherà “sviluppo delle esportazioni, sulle quali cinema e tv francesi non hanno mai fatto sufficiente affidamento” e “integrazione verticale, ovvero la possibilità per gli operatori radio-televisivi di prendere parte alla coproduzione delle opere che trasmettono, per arrivare a una logica di catalogo”. In sostanza il rapporto sollecita la nascita di attori in grado di prendersi dei rischi.
In Europa Netflix è già presente nel Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Svezia e Olanda ed entro quest’anno arriverà in Francia, Belgio, Svizzera, Germania e Austria. In Italia probabilmente arriverà nel 2015