Internet governance (intesa come gestione aperta, trasparente e condivisa della Rete) e mercato unico delle Telecomunicazioni a livello europeo sono i due temi principali su cui si confronteranno nelle prossime ore i ministri delle Comunicazioni dell’Unione, riuniti stasera e domani a Milano per un incontro definito informale, ma considerato strategico per fare il punto sugli impegni assunti dalla Presidenza italiana, giunta al giro di boa di questo semestre.
Rimane centrale anche la necessità di delineare una posizione comune dell’Europa rispetto al ruolo che giocano gli Stati uniti sullo scacchiere internazionale e sulla possibilità di cooperare con le Autorità d’Oltreoceano per garantire la massima inclusione all’intera comunità globale. Ma il focus sarà pure sui compromessi da raggiungere per stabilire quali principi vanno assunti a livello comunitario e quali possono essere stabiliti dai singoli governi sul piano della legge, della giurisdizione, della privacy e della net neutrality. Tutte questioni solo apparentemente teoriche, visto che convergono su un risvolto estremamente pratico, specialmente per un Paese assetato di crescita come l’Italia: in che modo l’Unione può contribuire a sviluppare le economie dei propri membri e non solo attraverso le nuove tecnologie?
Una delle risposte si riassume nell’espressione Web accessibility, da offrire non solo agli operatori che intendono investire nell’area dell’Unione europea, ma anche a tutti i cittadini, gli utenti finali, a cui vanno garantiti i benefici che può produrre il mondo digitale. La Presidenza italiana ha intenzione di dedicarsi a questo tavolo nella seconda parte del semestre (da non sottovalutare il fatto che il 27 novembre si terrà a Brussels il Consiglio delle Telecomunicazioni), stabilendo nel frattempo una serie di priorità nell’agenda dei lavori. L’obiettivo è creare un framework capace di accogliere i cambiamenti in atto. A partire dalle nuove regole sulla net neutrality che dovrebbero essere adottate dalla Federal Communication Commission (Fcc) e dalla transizione a una governance dell’Icann in chiave multi-stakeholder.
Tra i passaggi fondamentali c’è la proposta sulla Network and Information Security, rispetto alla quale i ministri dovrebbero raggiungere un’intesa prima della fine dell’anno, in modo da affrontare il Parlamento europeo con una posizione compatta. Mentre questo file è già in fase di lavorazione avanzata, il dibattito sarà senz’altro più acceso sul documento che l’Italia ha proposto agli uffici tecnici degli altri Paesi, all’interno del quale la Presidenza ha offerto una serie di prospettive (in particolare su un’autorizzazione europea unica, sullo spettro, sulla net neutrality, sui diritti degli utilizzatori finali, sul roaming e sui regolatori) che hanno suscitato qualche perplessità tra i destinatari del paper. Adesso bisognerà capire se i ministri degli altri Paesi saranno disposti a dare supporto politico al documento, riservandosi di approfondire (e perfezionare) in un secondo momento le questioni di natura tecnica.