IL PIANO DEL GOVERNO

Banda ultralarga, dalle Regioni 2,1 miliardi

Alzata la quota dei fondi Feasr destinati alle nuove reti. Ci sono anche i Fesr, circa 1,7 miliardi. Ma la coperta è corta: il piano del governo dovrà contare per oltre il 50% sulle risorse di Coesione e Sviluppo e sul residuo di programmazione 2007-2013

Pubblicato il 06 Ott 2014

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Il piano banda ultra larga 2014-2020 sarà sostenuto in modo rilevante anche dai fondi rurali (Feasr), per poco più di 300 milioni di euro, che si sommano adesso ai Fesr. Entrambi sono in mano alle Regioni ed è proprio grazie alla contrattazione con loro, da parte di Governo e Commissione europea, che si è riusciti ad aumentare la quota dei Feasr destinati alla banda ultra larga.

In precedenza infatti le Regioni del Centro-Nord vi avevano assegnato poco o niente, dai fondi rurali. La Commissione europea ha però insistito molto su questo punto, a quanto risulta al nostro sito, poiché soprattutto in Italia le zone rurali sono poco considerate dai piani banda ultra larga degli operatori telefonici. Con le negoziazioni, tuttora in corso, le Regioni hanno quindi acconsentito ad allocare in tutto poco più di 300 milioni di euro dei Feasr, sulla banda ultra larga. Dai Fesr hanno previsto invece un’allocazione di 1,7 miliardi di euro (contro gli 1,6 miliardi di euro presenti nella loro proposta di aprile, rigettata dalla Commissione europea).

La Commissione spinge tuttavia perché l’Italia e le Regioni aumentino la quota da destinare al piano banda ultra larga: per i due obiettivi (30 e 100 Megabit) servono non meno di 7 miliardi di euro, secondo varie stime. Quelle precedenti (di Infratel Italia), presentate alla Commissione, parlavano di 15 miliardi di euro di fondi pubblici necessari, ma adesso si prevede che le esigenze siano dimezzate, grazie agli incentivi dello Sblocca Italia, all’evoluzione delle tecnologie fiber to the cabinet/fiber to the distribution point e a nuovi piani di investimento degli operatori (Vodafone e Fastweb). Sette miliardi sono comunque più del doppio rispetto alla quota di Fesr e Feasr che si è riusciti, finora, a ottenere dalle Regioni. Ci sono ancora margini di contrattazione su questo fronte, ma è ormai evidente che un ruolo importante, per il piano banda ultra larga, lo giocheranno anche il fondo Coesione e Sviluppo (nazionale, quindi in mano al Governo centrale) e il residuo 2007-2013, come del resto annunciato anche dal sottosegretario Graziano del Rio la scorsa settimana.

L’importo che da queste due voci andrà alla banda ultra larga è al momento è un’incognita. A quanto risulta, da Coesione e Sviluppo potrebbero arrivare 2,5 miliardi di euro circa (la metà dei 5 miliardi previsti in precedenza). La quota del residuo dipende invece anche da alcune gare (tra cui Consip) tuttora in corso.

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