Le grandi aziende non vanno più di moda nella Silicon Valley. E nemmeno a Wall Street. Se i colossi della tecnologia erano considerati un investimento sicuro negli anni immediatamente successivi alla crisi finanziaria, oggi grande è sinonimo di azienda lenta e distratta da troppi business disparati. Per questo nel 2011, quando Hewlett-Packard ventilò per la prima volta l’ipotesi di dividersi in due, l’idea fu subito osteggiata dagli investitori, che ritenevano che due entità separate sarebbero state più vulnerabili. Oggi invece la notizia della separazione di Hp in due aziende ha fatto salire le azioni del 5%. Entità con dimensioni meno mastodontiche (Hp ha oltre 317.000 dipendenti) sono considerate più agili e focalizzate. E adesso Wall Street è pronta a scommettere in nuove operazioni del genere.
Il trend sul mercato è già evidente: eBay si è da poco separata da PayPal, Ibm ha venduto quest’anno le attività nei server low-end. Ed Emc è da tempo sotto pressione da parte di alcuni hedge fund perché venda VMware, la nota società della virtualizzazione. Alcuni analisti pensano persino che Microsoft dovrebbe separarsi in aziende diverse, focalizzate ciascuna su un settore: software, videogames, ricerca.
“Durante la crisi finanziaria gli azionisti ritenevano che le dimensioni e la varietà delle attività fossero un valore, ma oggi l’approccio è cambiato”, afferma Chris Ventresca, co-head of global mergers and acquisitions di JPMorgan Chase. “Le aziende hanno molte scelte oggi”, continua Ventresca. “Possono vendere perché ci sono compratori interessati. E hanno anche l’opportunità di ricorrere all’Ipo, perché i mercati sono in buona salute”.
Il trend degli spin-off dei rami aziendali sta toccando diverse industrie, anche quella dei media: per esempio Time Warner ha effettuato diverse dismissioni, focalizzandosi sui business di cinema e Tv e liberandosi invece di Aol, Time Warner Cable e Time Inc. Anche Rupert Murdoch ha diviso News Corp. in due, portando le attività legate a cinema e Tv nella nuova 21st Century Fox. In altri settori, la Procter&Gamble ha già venduto metà dei suoi marchi e la casa farmaceutica Abbott Laboratories ha ceduto la filiale AbbVie.
“Una mossa come la separazione di Hewlett-Packard sarebbe stata considerata una svendita incauta pochi anni fa”, nota Peter Burris, analista di Forrester Research. “Ora invece apparre come la scelta giusta che permette alle due nuove aziende di essere più concentrate sulle attività core e semplificare la loro struttura”. Questo non vuol dire che le due nuove e distinte Hp non affronteranno sfide e rischi sul mercato: sono più focalizzate ma senza più la rete di sicurezza delle dimensioni passate. “I loro successi o fallimenti saranno più trasparenti”, dice Burris. “Non potranno più nascondere eventuali difficoltà”.