Amazon vuole distruggere il libro, ma la fermeremo. È una dichiarazione di guerra che Andrew Wylie, l’agente letterario più famoso e più potente del mondo, fa in un’intervista a La Repubblica. Secondo Wylie, che rappresenta scrittori del calibro – tra gli altri – di Philip Roth, Salman Rushdie, Milan Kundera, V. S. Naipaul, le tattiche di combattimento di Amazon rendono insostenibile il mestiere di chi pubblica libri.
“L’industria editoriale deve poter mantenere gli scrittori di qualità. I romanzieri, salvo rare eccezioni, non nascono ricchi – spiega – Si mantengono grazie agli anticipi degli editori. L’equazione economica che Amazon vorrebbe imporre, minaccia tutti: editori e autori”.
Ma gli editori non si arrendono e prima o poi avranno la meglio, avverte. Come? “Tutti i grandi editori a quel punto ritirano i propri libri da Amazon e si cercano dei canali di distribuzione alternativi, anche su Internet – prevede Wylie – Parliamoci chiaro, Amazon non è altro che un camionista digitale, una grande ditta di logistica, trasporto e consegne. Se pretende di accaparrarsi una percentuale spropositata dei profitti, bisogna dirgli di no”.
Wylie chiarisce che la battaglia si condurrà su diversi terreni. “C’è un’azione legale per spingere il Dipartimento di Giustizia americano ad intervenire ai sensi della normativa antitrust – dettaglia il manager – Se convinciamo il Dipartimento di Giustizia, allora Amazon può essere bloccata e regolata, costretta ad accettare condizioni più eque”.
È poi necessario provare modelli di business alternativi, come quello dell’editore Feltrinelli, che seppur difficilmente replicabile negli Usa, viene preso come esempio virtuoso per difendere l’editoria tradizionale ma anche le librerie indipendenti.
Sul fronte della rivoluzione tecnologica, Wylie resta convinti che l’e-book non sostituirà del tutto la carta. “Il libro digitale su tablet va bene per delle letture usa e getta, di rapido consumo. Non mi riferisco soltanto ai romanzetti- spazzatura, o ai thriller da viaggio. Ci sono anche dei saggi di attualità, politica, storia, che si prestano alla consultazione rapida – spiega – Ma per un romanzo di qualità, o per un serio saggio di economia, che vuoi rileggere in varie epoche della tua vita, il libro di carta resta imbattibile. Io a casa voglio essere circondato dai miei libri, inclusi tanti capolavori classici. Non li butterò mai. Trovo risibile anche l’obiezione che i libri di carta sono pesanti, ingombranti. Io faccio tanti viaggi intercontinentali, mi porto appresso almeno un paio di libroni, e non mi hanno spezzato la schiena. Sono tassativo: la lettura seria resterà di carta, non digitale”.