La crisi economica non ha influenzato solo l’andamento dei Pil
degli stati o i bilanci delle aziende.
Ha inciso profondamente anche sull’approccio dei Cfo, i chief
financial officer, gli uomini che hanno in mano la finanza delle
aziende. Ebbene uno studio commissionato da Ibm mostra che oltre il
60% degli intervistati ritiene di dover pianificare “sostanziali
cambiamenti” in risposta al nuovo clima economico. L’indagine,
appuntamento annuale dal 2003, ha coinvolto
oltre 1.900 fra chief financial officer e dirigenti finanziari di
alto livello, provenienti da 81 paesi e 35 settori a livello
mondiale.
Analizzando la nuova situazione in cui si trovano a operare, i CFO
ritengono che la già intensa pressione cui sono stati sottoposti
nell’ultimo periodo sia destinata ad aumentare
“vertiginosamente” nei prossimi tre anni. Sono tre i fronti su
cui prevedibilmente saranno maggiormente impegnati: la richiesta di
ridurre la base dei costi dall'impresa (secondo il 78% degli
intervistati), l'esigenza di prendere decisioni più accurate e
più rapidamente (74%), la necessità di fornire più trasparenza
agli stakeholder esterni (69%).
I partecipanti allo studio hanno posto l'attenzione sulla
necessità di fornire input alla strategia d'impresa (80% degli
intervistati) sancendo l'incremento dell'influenza dei Cfo
all'interno dell'azienda e la consacrazione ad un ruolo
strategico dei dirigenti finanziari meno sentita nelle scorse
edizioni dello studio (61% nel 2005 e 71% nel 2008). Tuttavia, solo
il 52% dei Cfo pensa che la propria azienda si stia muovendo nella
direzione più efficace.
Gestione del rischio e integrazione delle informazioni aziendali
sono ulteriori elementi della nuova agenda dei Cfo: questo voci
sono passate rispettivamente dal 40% al 77% (con una crescita del
93% dal 2005 al 2010) e dal 35% al 73% (con una crescita
addirittura del 109%).
Le funzioni Finance meglio posizionate per integrare valore a
livello aziendale sono quelle che eccellono in due aree integrate e
complementari: l'efficienza finanziaria (ossia il grado di
uniformità e coerenza di dati e processi all'interno della
funzione Finance) e la capacità di analisi delle informazioni (il
cosiddetto business insight, cioè il livello di maturità di
talenti, tecnologie e profondità analitica della funzione Finance,
con particolare riguardo alle attività di ottimizzazione,
pianificazione e previsione).
Segmentando gli intervistati sulla base di queste due dimensioni,
lo studio giunge alla creazione di quattro profili di Cfo: gli
“Scorekeeper” caratterizzati da un basso livello di efficienza
finanziaria e capacità di analisi delle informazioni; i
“Disciplined Operator” che eccellono in termini di efficienza
finanziaria, ma sono caratterizzati da una bassa capacità di
analisi delle informazioni; i “Constrained Advisor” le cui
ottime capacità di analisi delle informazioni non sono affiancate
da analoghe performance in termini di efficienza finanziaria.
L’eccellenza in termini di efficienza finanziaria e capacità di
analisi delle informazioni è rappresenta dai “Value
Integrator”: sono in grado di rendere più rapidi ed efficaci i
processi decisionali del business, con una maggiore sicurezza nelle
previsioni. Rispondendo così nel modo migliore alla necessità
delle organizzazioni di analisi dei dati, pianificazione degli
scenari e anche capacità predittive più avanzate in maniera da
contrastare la crescente complessità, incertezza e volatilità del
mercato.
L’intero studio può essere scaricato da: www.ibm.com/cfostudy