SANITÀ

Regione Basilicata, i dati clinici radiologici sbarcano sulla nuvola

Grazie al progetto di Aruba Pec e GMed, la Regione avvia la Conservazione sostitutiva delle informazioni sanitarie “on the cloud”. E anche la Toscana scalda i motori

Pubblicato il 10 Ott 2014

sanità-online-120613130105

Un grande passo di settore che fa da piccolo passo per arrivare alla dematerializzazione completa della Sanità pubblica, con la possibilità all’orizzonte di una cartella clinica digitale sempre più vicina. E un passo ancora più importante perché fatto con tecnologie e da attori tutti italiani, per di più in un contesto normativo e di processo complesso, incompleto e soggetto a cambiamenti costanti e repentini che nel tempo hanno scoraggiato molti.

Aruba Pec, gestore certificato dal 2006 e Autorità di certificazione iscritta all’elenco pubblico dei certificatori accreditati presso l’Agenzia per l’Italia digitale (ex DigitPA), insieme a GMed, ha preso parte al processo di implementazione del RIS/PACS (Radiology Information System – Pictures Archiving and Communication System) delle aziende del servizio sanitario della regione Basilicata, mettendo a disposizione un sistema di hardware e software dedicato alla trasmissione, visualizzazione e stampa delle immagini diagnostiche digitali, e d’ora in poi anche archiviazione.

Il tema della “dematerializzazione dei dati” coinvolge la PA in toto, ma ancora più nello specifico interessa il settore sanitario italiano, che necessita di processi più efficienti per snellire i flussi informativi e rispondere alla crescente domanda di prestazioni in modo rapido ed economico. In tale contesto, la regione Basilicata per prima si è mossa per sostituire la gestione cartacea con quella digitale e ha dato avvio alla conservazione sostitutiva dei dati clinici in diagnostica per immagini, per una validità legale nel tempo di tali documenti informatici.

Nello specifico, la regione Basilicata si è rivolta ad Aruba affinché si occupasse della parte infrastrutturale, trasferendo i dati clinici dalle Asl ai propri data center, mentre GMed ha fornito il software ed i relativi connettori necessari per l’interfacciamento con gli applicativi di terze parti presenti nelle varie Asl.

La nuova procedura di conservazione dei dati assicura un notevole risparmio delle risorse finanziarie, con abbattimento dei costi sostenuti per la stampa dei documenti radiologici e garantisce, al contempo, la salvaguardia dei principi di integrità e opponibilità verso terzi. In tal modo i dati clinici confluiscono nelle infrastrutture messe a disposizione da Aruba e vengono gestiti con un protocollo di sicurezza altamente evoluto. La sicurezza è garantita, inoltre, dal servizio di backup e dal piano di Disaster recovery, grazie ai quali si previene il rischio di qualunque perdita di dati.

«Si tratta di un traguardo importante – dice il dottor Nicola A. Coluzzi, Dirigente dell’Ufficio società dell’informazione, ente che ha messo a disposizione le risorse economiche seguendo tutta la fase progettuale, amministrativa e di implementazione del processo – e già da luglio il servizio è pienamente in funzione in tutte le aziende sanitarie lucane e sta riscuotendo ampi consensi grazie anche al protocollo di sicurezza altamente evoluto messo a disposizione da Aruba».

I risultati: al momento il servizio ha già archiviato oltre tre milioni di referti ed immagini del RIS/PACS equivalenti a circa 2,5 TB di dati memorizzati. «Si tratta – dice Coluzzi – di un importante trampolino di lancio per il sistema sanitario che potrà successivamente archiviare tutti i dati della cartella clinica e porre le basi per implementare il fascicolo sanitario elettronico. L’obiettivo futuro è quello di fare lo stesso con i dati amministrativi della Regione e dei comuni; scenario nient’affatto utopico, dato che sono già 30 i Comuni che stanno utilizzando i servizi di data center regionali».

Quello della regione Basilicata non rimane però un caso isolato, infatti Aruba e GMed hanno già vinto un’altra gara per la Regione Toscana. «L’obiettivo da perseguire – Simone Braccagni, ad di Aruba Pec – è quello di passare ad una gestione completamente digitale dei processi, eliminando definitivamente la carta sia dalla lavorazione odierna che dagli archivi storici. Per giungere a tale risultato la strada è ancora lunga ma la collaborazione con regioni virtuose come Basilicata e Toscana farà sì che i tempi di questo processo si riducano sempre di più».

Vale la pena però vedere anche la carta di identità di Aruba. L’azienda Toscana, fondata nel 1994, è la prima società in Italia per i servizi di data center, web hosting, e-mail, Pec e registrazione domini. La società gestisce oltre 2 milioni di domini, 6 milioni di caselle e-mail, 3,8 milioni di caselle Pec, 20mila server ed un totale di oltre 2 milioni di clienti. Aruba PEC invece nasce nel 2006 a Terni ed è gestore certificato e accreditato presso l’Agenzia per l’Italia Digitale AgID, ex DigitPA. Dal 2007 è accreditata come Certification authority abilitata all’emissione di firma digitale e smart card. Sempre nel 2007 ha conseguito la certificazione ISO 27001:2005 e la certificazione di qualità ISO 9001:2000. Attualmente rappresenta il principale gestore di posta elettronica certificata con oltre 3,8 milioni di caselle amministrate.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati