Cinque anni. Questo è il tempo che l’Ad di Telecom Italia Marco Patuano si è dato prima di decidere se in Brasile, per non perdere mercato, bisogna puntare su acquisizioni o fusioni o ancora su nuove tecnologie da adottare. ”Ciò non significa preparazione di un’offerta per Oi – dice Patuano al giornale carioca Valor Economico – ma creare valore per il gruppo”.
Di contro. parlare di una potenziale offerta di Oi – nei mesi scorsi la compagnia ha dato mandato al banca d’affari Btg Pactual di sondare l’interesse degli investitori si una possibile acquiszione di Tim Brasil – è “prematuro”, dice Patuano.
Comunque, in un’ipotetica transazione, la sua valutazione non potrà essere inferiore alle recenti operazioni realizzate in Brasile. “Gvt è stata venduta a un multiplo di 11 volte l’Ebitda e ha una generazione di cassa negativa”, ha ricordato il manager.
“Trovo curioso di vedere i commenti pubblici (su una potenziale offerta Oi per Tim ndr) ben prima che ci sia la possibilità concreta che una cosa del genere accada – ha poi sottolineato – Telecom Italia non è alla ricerca di un’offerta. Abbiamo iniziato a investire in Brasile nel 1998 e finora abbiamo investito 8 miliardi di euro.
”Tim ha un piano di crescita organica ed è l’unico che stiamo considerando”, ha aggiunto.
Secondo l’Ad, Tim Brasil resterà comunque competitiva perché i brasiliano non sono ancora abituati a comprare servizi fissi e wireless dai competitor.
Il Brasile resta dunque fondamentale per Telecom Italia che fa sempre più fatica a competere in un mercato europeo ormai saturo. Tim Brasil è il secondo più grande operatore di telefonia mobile del paese sudamericano, ma non può contare sulle reti a banda larga che invece hanno i principali rivali come Claro, di proprietà del magnate messicano Carlos Slim e Vivo, controllata da Telefonica di Spagna.
Intanto Tim Brasil continua ad investire. Secondo la Reuters, la controllata brasiliana di Telecom Italia starebbe valutando un aumento degli investimenti nella rete per 750 milioni di euro in tre anni. Il piano, chiamato Turbo, potrebbe essere approvato dal consiglio di amministrazione a fine ottobre.