Il presidente di F2i non esclude che la quota detenuta dal fondo in Metroweb possa essere ceduta a Telecom Italia, anche se al momento non c’è nulla sul tavolo. “E’ un’operazione che dovrà essere valutata nel momento in cui ci sarà un’offerta. Tutto si vende e tutto si compra – ha detto a Mf-Dowjones Giuliano Asperti, presidente di F2i- Bisogna vedere quali sono le condizioni: al momento non è all’ordine del giorno”.
Secondo indiscrezioni di stampa, la società guidata da Marco Patuano sarebbe al lavoro per rilevare il 54% di Metroweb detenuto da F2i, trovandosi quindi a gestire la società della banda larga insieme al Fondo Strategico Italiano. Metroweb è posseduta al 54% da F2i (di cui Cdp è azionista importante) e per il 46% da Fondo strategico italiano di cui sempre Cdp è azionista di rilievo.
Le parole di Asperti sono in linea con quanto dichiarato qualche settimana fa dal numero uno di Metroweb, Alberto Trondoli secondo il quale la futura operazione “avrebbe un grande senso soprattutto dal punto di vista industriale perchè si sfrutterebbe Metroweb con le sue competenze e le sue risorse finanziarie per sviluppare un’infrastruttura interamente in fibra ottica che al Paese manca”.
Sul fronte delle tempistiche l’eventuale cessione potrebbe avvenire solo dopo che F2i abbia risolto la questione delle nomine, dopo l’annuncio di Vito Gamberale di voler lasciare la carica di amministratore delegato. I nomi in pole position sarebbero quelli di Renato Ravanelli, per la carica di Ad. e Vittorio Terzi per la presidenza. Da settimane si attende la convocazione del board per procedere alla ratifica delle nomine, ma al momento non è stata fissata nessuna data.
“Non è ancora stato convocato perchè ancora non c’è un atto formale delle dimissioni da parte di Vito Gamberale. I cda si riuniscono per deliberare e non per discutere”, ha spiegato Asperti. Lo stallo, secondo il presidente di F2i, “non riguarda la questione delle nomine. Fino a quando non ci saranno le dimissioni di chi è in carica è difficile nominarne un altro”.
Il dossier Metroweb, anche se ufficialmente non è ancora stato dato un mandato alle banche d’affari e incontri ai vertici non ci sarebbero stati, è aperto su molte scrivanie. Secondo le ipotesi circolate sarebbe F2i a fare spazio a Telecom cedendo la sua quota mentre Cdp rimarrebbe azionista col 46%. Si guarda poi a Fastweb che controlla invece l’11% di Metroweb Milano (a sua volta partecipata da Metroweb Italia al 87,7% e dai manager all’1,7%).
Per Telecom non sarebbe un ostacolo la valutazione, anche se il prezzo pagato ai tempi da F2i corrispondeva a un enterprise value (debito più equity) di Metroweb circa 450 milioni, vale a dire 9 volte l’attuale Ebitda. Un eventuale ingresso di Telecom a fianco di Cdp nella società che dispone di fibra ottica a Milano e Genova – e ha progetti avviati a Bologna e Torino – dovrebbe però passare il vaglio dell‘Antitrust. Secondo fonti qualificate, non ci sarebbero invece problemi per l’Agcom, cui spetterebbe formulare un parere da inoltrare all’altra Authority. Ma senz’altro un’ipotesi così configurata avrebbe più chance di superare l’esame rispetto a una fusione.