DIGITAL MINDS - 15

Neelie Kroes: “Il futuro dell’Europa parte dall’identità digitale”

Nel suo intervento per Digital Minds, scritto insieme con l’esperto di cloud Carl-Christian Buhr, il commissario uscente traccia la strada da seguire: “Regole, infrastrutture e tecnologia già all’avanguardia. Ma siamo solo all’inizio delle rivoluzione”

Pubblicato il 16 Ott 2014

Antonello Salerno

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Digital Minds for a new Europe” è il titolo della serie di interventi raccolti sul sito di Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Ue e commissario uscente all’Agenda digitale. Quaranta contributi che fino al 31 ottobre accompagneranno con proposte e idee sui temi dell’innovazione il periodo che manca alla fine del mandato.

Oggi è la volta di Neelie Kroes, commissario europeo uscente all’Agenda digitale, e di Carl-Christian Buhr, l’esperto che nel suo staff si occupa di Cloud computing. (Qui l’intervento integrale).

“Il mondo attorno a noi sta cambiando. Sta succedendo in talmente tante piccole situazioni che sta diventando semplice avere un quadro delle implicazioni a lungo termine di questo processo. Stiamo diventando la proverbiale rana che finì lessata perché non riuscì a saltare fuori in tempo dall’acqua che si riscaldava? O piuttosto siamo sulla strada del Nirvana digitale, dove la realtà sta iniziando a sembrare come la presentavano le previsioni dei romanzi di fantascienza dei tempi che furono?

Il mondo sarà totalmente digitale? Con tutti gli oggetti connessi, con reti che interconnettono i dispositivi indossabili, con tutti che parlano con una serie di oggetti intelligenti in ogni momento, potenziati con tecnologie al silicone, o qualunque altra cosa sia utile per superare rapidamente i limiti fisici dei classici circuiti integrati. Forse avremo piccoli robot che veglieranno sul corretto flusso del sangue, o forse raggiungeremo l’immortalità? O magari i giochi che diventerà sempre più realistico, e i bambini trascorreranno più tempo in mondi virtuali o sui social media, o in mondi virtuali sociali, grazie a strumenti sempre più potenti, e i macchinari che generazione dopo generazione diventano sempre più elettronici, mentre la maggior parte delle nostre vite continuerà come sempre?

O forse queste due differenti prospettive faranno parte dello stesso sviluppo, muovendosi quasi di pari passo?

Abbiamo avuto queste questioni nella nostra mente negli ultimi cinque anni di governo delle politiche digitali, e guardando al futuro. Se vogliamo davvero cavalcare con successo l’onda dello sviluppo digitale per ottenere più crescita, più lavoro, più competitività, e una migliore società in Europa, abbiamo bisogno di iniziare a pensare a questi fatti da subito.

Il nostro lavoro, le nostre vite si stanno già muovendo online. Abbiamo già delle identità digitali, ma sono disperse. I servizi che utilizziamo oggi sempre più conoscono noi e il nostro profilo. Alcuni addirittura aiutano gli altri a sapere tutto di noi, utilizzando un singolo accesso. E ovviamente le regole, le infrastrutture e la tecnologia stanno facendo il possibile per fornire a ognuno di noi un’identità elettronica pubblica più forte e più sicura. Ma questo è solo l’inizio”. (…)

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