Le telco l’hanno capito: con fatturati che si contraggono del 9% (dati Assinform) a causa di tariffe ormai ridotte all’osso, tornare a creare valore vuol dire abilitare servizi che ruotino attorno al mobile wallet. Per la prima volta Tim, Vodafone, Wind e 3 hanno deposto le armi costituendo sotto l’egida di Gsma (l’associazione internazionale dei mobile operators) una piattaforma interoperabile per permettere ad aziende e retailer di racchiudere (e condividere) gli strumenti di couponing e le loyalty card negli smartphone degli italiani. Alla base di questo progetto, che rappresenta solo il primo passo per mettere la “m” davanti a una moltitudine di esperienze, ci sono la tecnologia Nfc e i sistemi di pagamento contactless. L’operazione è stata illustrata agli stakeholder a Milano, durante il convegno “Coupon e loyalty card a portata di smartphone” in occasione del quale i quattro brand erano, cosa più unica che rara, presenti sulle slide di una presentazione a otto mani.
Alfonso Mariconda, che in Telecom Italia è responsabile Innovation development, ha parlato dei quattro fattori determinanti per il buon esito del piano: “L’interesse da parte dei consumatori, la presenza di una rete estesa di accettazione dell’Nfc, il numero crescente di smartphone compatibili – destinato a esplodere con iPhone 6 – e la convergenza di banche, circuiti di credito, system integrator e telco. La situazione adesso è ottimale, e credo che l’Expo darà grande impulso all’uso di queste soluzioni”.
In Italia saranno circa cinque milioni le schede Sim abilitate all’Nfc entro la fine del 2015, e per Roberta Zurlo, head of mCommerce consumer services & Innovation di Vodafone, occorrerà che tutti i player “costruiscano le reason why delle esperienze, basandosi sulle motivazioni dei clienti in specifici momenti della giornata e garantendo semplicità d’uso. Affermare questi servizi significa anche permettere ai consumatori di ottenere qualcosa in più rispetto ai sistemi tradizionali. È su questo aspetto che Vodafone concentrerà i propri sforzi, anche per agevolare il cambio di mentalità necessario ad accogliere i nuovi strumenti”.
Tim e Vodafone stanno sperimentando progetti pilota con Bennet sulla piattaforma Verso, sviluppata da Valassis, mentre Wind e 3 hanno puntato sul gruppo Pam. Innovazione nell’innovazione è la parola d’ordine di Michelangelo Bottesini, responsabile Supply chain and credit management di 3 Italia. “Come il più piccolo degli operatori, avevamo forse una maggiore spinta a cercare soluzioni cooperative, ma al di là di questo la vera interoperabilità passa da una piattaforma unica. Il wallet può diventare agli occhi del cliente una vetrina da attivare in tempo reale grazie alla geolocalizzazione e all’instant couponing. L’importante è mantenere la neutralità nei confronti di ciascun retailer. Non competeremo sulla profilazione degli utenti, ma sulla vision: applicazioni e formule di pagamento nuove”.
Pietro Oddo, che in Wind si occupa di Mobile payment, ha rimarcato che l’operazione nasce in un ambiente precompetitivo per garantire la logica dell’architettura ad hub e un’interfaccia semplice per il wallet. “Ma sulla user experience liberi tutti! Immagino per esempio la possibilità di trasferire i punti dei programmi fedeltà da un merchant all’altro, ottimizzando la logistica del singolo retailer che può focalizzarsi sul proprio core business, e aumentando il valore per il cliente. Senza contare la possibilità di razionalizzare gli investimenti in promozione”.
Alle spalle di questa joint venture senza precedenti c’è, come detto, Gsma. Paul Crutchley, Strategic engagement director dell’organizzazione: “Siamo riusciti a creare una cornice operativa grazie alla capacità delle telco di guardare fuori dal proprio mondo. Non si tratta solo di incentivare l’acquisto attraverso il mobile payment: il vero obiettivo è portare le persone dalla strada al negozio, indurle attraverso i device a vivere nuove esperienze di consumo. Ed è per questo che stiamo portando avanti progetti paralleli in Germania, Cina, Canada e Usa. È col negozio, o col brand, che il consumatore entra in risonanza. Favorire queste relazioni è oggi per gli operatori il modo migliore di creare valore anche per il proprio business. Ed è un bene che le telco italiane abbiano abbracciato questa consapevolezza”.