Arriverà nelle prossime ore l’ok di Consob per la quotazione in Borsa di Rai Way, la società di viale Mazzini che gestisce le infrastrutture e le torri di trasmissione. Un via liberà che dovrebbe così arrivare in largo anticipo rispetto ai 70 giorni a disposizione dell’autorità dopo la consegna del dossier per la quotazione.
Intanto con novembre inizierà il road show sulle principali piazze internazionali: Milano, Londra, Francoforte, New York, mentre la quotazione potrebbe avvenire già a metà novembre.
I vertici della Tv di Stato e le banche che stanno seguendo l’Ipo hanno intanto deciso di proseguire con la quotazione nonostante quattro matricole si siano ritirate negli ultimi tempi proprio mentre erano in dirittura d’arrivo per la quotazione: Rottapharm, Sisal, ItaliaOnline e Intercos, che hanno preferito non avventurarsi in un mercato che sta evidenziando prospettive volatili.
Forte del pre-marketing e delle valutazioni riportate nelle ricerche delle banche (oltre 1,1 miliardi), scrive oggi il Messaggero, Rai Way sembra invece voler sfidare questa situazione. Ieri i global coordinator e sponsor Banca Imi, Mediobanca, Credit Suisse, assieme agli advisor Leonardo & Co e legale Bonelli Erede Pappalardo hanno valutato i pro e i contro. In Borsa attraverso un’opv verrà collocato il 40% del capitale più la green shoe, cioè la facoltà dell’emittente di aumentare la dimensione dell’offerta in modo da rispondere in maniera adeguata alla domanda di titoli da parte degli investitori. In questo modo si stabilizza anche l’andamento della quotazione.
In vista dell’ipo, RaiWay si è attrezzata per l’occasione. Prima dotandosi di un consiglio presieduto da Camillo Rossotto (cfo di Rai e uomo vicino a Gubitosi) formato da 7 membri, in prevalenza indipendenti; poi allentando la dipendenza dalla casa madre; infine un pool di banche con capofila Mediobanca, con Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Ubi ha erogato un finanziamento di 120 milioni rimborsabile nel 2019 più un’altra linea per cassa di 50 milioni per consentire alla società delle torri di restituire un prestito infragruppo dell’importo di 110 milioni.