MEDIOBANCA

Telecom Italia 5° gruppo italiano, pesa cessione Argentina

Secondo l’analisi di Mediobanca, in termini di fatturato la compagnia cede oltre il 20% attestandosi sui 22,9 miliardi. Dopo dieci anni Eni scende dal podio scalzata da Fiat

Pubblicato il 23 Ott 2014

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Telecom Italia si conferma al quinto posto all’interno della Top 20 delle società italiane, stilata sulla base del fatturato. E’ quanto emerge dalla 49esima edizione dell’analisi condotta dall’Ufficio Studi Mediobanca sulle principali società italiane.

In termini di fatturato, la società di tlc cede il 20,6% (-8,8 su base omogenea) a 22,9 miliardi (-10% il fatturato nazionale, -35,4% quello estero principalmente per la cessione di Telecom Argentina). La società è prima per perdite con un rosso 674 milioni che segue quello di 1,6 miliardi del 2012 e di 4,8 miliardi nel 2011.

Il gruppo Fiat ha sorpassato Eni come primo gruppo industriale italiano. Il sorpasso è avvenuto nel corso del primo semestre 2014, con il gruppo Exor che ha realizzato vendite per 58,1 miliardi contro i 56,6 miliardi del colosso petrolifero.

Finmeccanica si conferma sesta cedendo il 6,9% di fatturato, accusando una flessione sia nelle vendite nazionali (-9,3%) che fuori (-6,3%). Edison, in crescita del 2,7%, è settima (dalla nona posizione) grazie anche al calo delle vendite di Esso Italiana (-8,7%, ottava) che le fa perdere quasi tutto il vantaggio (oltre un miliardo di maggiori ricavi nel 2012) sulla nona piazza occupata dalla Edizione dei Benetton, anch’essa scesa di una posizione e in contrazione dello 0,6% sul 2012.

Dallo studio emerge che la tenuta della ristorazione (Autogrill) e del commercio al dettaglio aeroportuale (World Duty Free) e la crescita delle autostrade, +5,1%, hanno fatto fronte all’ulteriore caduta dell’11,5% dell’abbigliamento ridottosi a 1,6 mld, il 13% dei ricavi complessivi del gruppo. Il peso dell’abbigliamento è destinato a ridursi ancora con il consolidamento di Gemina (Adr) dal 2014. Nel 2013 le attività aeroportuali hanno fatturato 664 milioni e avrebbero portato il fatturato di Edizione a oltre 12,9 mld in settima posizione (+2 posizioni, prima di Edison e Esso). Anche per la conglomerata dei Benetton la crescita viene dall’estero (+1,3%) e compensa la caduta domestica (-2,7%).

Dopo Edizione due conferme: Saras in decima posizione (-6% con un +8,7% italiano e un -17,2% estero, principalmente causato dal calo della distribuzione sul mercato spagnolo) e le Poste Italiane undicesime nonostante la flessione del 2,6% abbia portato il loro fatturato a 9,4 miliardi. Si segnala che ove i premi assicurativi del gruppo (13,2 miliardi) fossero sommati ai ricavi postali e finanziari, emergerebbe un gruppo da 22,6 mld, sesto assoluto nel rank 2013, davanti a Finmeccanica.

Poste Vita è il terzo polo assicurativo nazionale dopo Generali e Unipol (oggi UnipolSai), mentre le attività del Banco Posta ne farebbero l’ottava banca italiana per provvista da clientela (44 mld) davanti a Mediobanca. I soli ricavi postali, pari a circa 4,3 mld, collocherebbero le Poste in 29esima posizione. Per raffronto: le attività italiane di Deutsche Post valgono circa 1,7 miliardi. Kuwait Petroleum sale di una posizione (da 13 a 12) per l’uscita di Erg (passata alla posizione 22 con 5,3 miliardi di vendite, in contrazione del 35,5% per la cessione della raffineria Isab al gruppo russo Lukoil). Recuperano tre posizioni i successivi due gruppi, Ferrovie dello Stato in 13esima dalla 16esima con ricavi per 7,6 miliardi. in crescita dell’1,2% e Luxottica in 14esima dalla 17esima con ricavi a 7,3 miliardi, in crescita del 3,2%. Per il gruppo di Del Vecchio il mercato domestico conta meno del 20%, ma esso ha segnato un recupero del 9,5% che si è aggiunto al +1,8% dell’estero.

In quindicesima piazza si trova Prysmian scesa dalla quattordicesima (7,3 mld, -7,3% sul 2012), con ricavi domestici che, come lo scorso anno, fanno meglio di quelli esteri (+2,3% rispetto a -8,7%). I supermercati di Caprotti sono al 16° posto (+2 posizioni da 18esimi) con la Supermarkets Italiani (+0,8% sul 2012 e vendite per 6,8 miliardi) che precede TotalErg (da 15esima a 17esima, cede il 18,7% sull’anno precedente).

Nel 1996 il gruppo Caprotti figurava in 29esima posizione, scalando mediamente 2 posizioni ogni 3 anni. In movimento le due posizioni successive, entrambe occupate da società manifatturiere in ascesa: Pirelli & C. passa da 20° a 18° grazie alla crescita dell’1,2% del fatturato che arriva per il 94% dai mercati esteri ove la progressione del 2,1% contrasta con la debolezza domestica (-10,6%); Ge Italia Holding (già Nuovo Pignone) è l’unica new entry della Top20 e si piazza in 19esima arrivando dalla 29esima (+39,9% sul 2012) grazie all’ampliamento del perimetro di consolidamento (Sondex e Ge Avio). Chiude la Top20 A2A con un fatturato in calo del 14,2%.

La classifica Top20 ha perso dallo scorso anno, per le note vicende, il gruppo Riva Fire (che controlla Ilva): era all’11° posto nel 2011, con vendite superiori ai dieci miliardi di euro.

In estrema sintesi nella Top20 vi è un solo ingresso, quello della Ge Italia Holding, e una sola uscita, quella di Erg. Nove delle prime venti società appartengono al settore energetico, cinque alla gestione di infrastrutture o ai servizi, con soli sei gruppi operanti nella manifattura (Fiat/Exor, Finmeccanica, Luxottica, Prysmian, Pirelli e Ge Italia). Tre di questi hanno un fatturato italiano uguale o inferiore al miliardo (prossimo a quello di una media impresa nel caso di Pirelli). Sette gruppi sono a proprietà pubblica, otto includendo Edison che fa capo a Edf. Quelli a controllo straniero sono cinque.

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