Se Mediaset Premium dovesse essere ceduta da Mediaset a Sky Italia l’operazione avrebbe senso tanto per il Biscione quanto per BSkyB, controllata britannica di Rupert Murdoch che sta per prendere ufficialmente il controllo della tv satellitare a pagamento italiana. Questo secondo l’analisi di Bernstein, che parte da un’indiscrezione circolata la scorsa settimana sull’intenzione di Sky di sbarcare in forze nella tv in chiaro su digitale terrestre in aperta concorrenza con Cologno Monzese. La notizia, a stretto giro smentita da Sky, è stata interpretata da Bernstein, come “un messaggio a Mediaset a valutare una cessione della sua pay Tv a Sky e considerare quali potrebbero essere i rischi se seguisse un’altra strada”. Che quella di Sky potesse essere una mossa “tattica” era apparso chiaro fin dall’inizio, ma rimangono da approfondire i motivi che stanno portando il colosso di Rupert Murdoch a giocare con tanta decisione sul mercato italiano.
Secondo l’analisi di Bernstein, se tutto il business italiano della Tv a pagamento finisse nelle mani di Sky, si verificherebbero di certo rischi sulla concorrenza, ma non si potrebbe escludere un via libera dell’antitrust italiano. Uno scenario che potrebbe realizzarsi, secondo quanto soistengono gli analisti, se l’operazione fosse vista con favore da Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset, e anche dell’antitrust europeo, che potrebbe apprezzare la formazione di un campione continentale nel settore audiovisivo.
“Ci sono molte ragioni per cui BSkyB potrebbe vedere con favore una fusione tra Sky Italia e Premium“, sostiene lo studio: limiterebbe, da un lato, il deciso rialzo dei costi per contenuti che si è registrato negli ultimi anni a causa della concorrenza (in particolare sui preziosi diritti sul calcio, con la Champions dal 2015/2016 in esclusiva a Mediaset) e – ricostruisce l’agenzia di stampa Reuters – dall’altro lato, darebbe alla Tv satellitare la possibilità di usare il digitale terrestre come un’alternativa a più basso costo, in modo da segmentare il proprio mercato e arginare il futuro sbarco di Netflix.
Anche dal punto di vista di Mediaset l’operazione potrebbe apparire appetibile, più di quella, ricostruiscono da Reuters – che secondo Bernstein è la principale alternativa: una integrazione tra Premium e Telecom Italia, con la partecipazione di Vivendi.
Secondo i calcoli di Bernstein, Premium ha accumulato perdite operative per 291 milioni dal 2004 (quando venne lanciata) al 2011 (ultimo anno in cui i risultati sono stati pubblicati separatamente); a questi vanno aggiunti 160-170 milioni di perdite stimate per il 2012 e nel 2013, anni in cui i conti di Premium sono stati integrati con quelli delle attività televisive complessive. Il 2014, dopo gli accantonamenti sui diritti registrati nel 2013, il business dovrebbe essere in pareggio. Ma per restare a breakeven nei prossimi anni nonostante i costi della Champions League, servirebbero – calcola il broker – altri 450.000 abbonati (il 25% in più degli attuali) e un incremento dell’Arpu del 10%. “Questo spiega perché Mediaset è ansiosa di trovare uno o più soci per il business (e perché finora altri investitori sono stati riluttanti ad eccezione di Telefonica, che però ha rilevato l’11% di Premium nell’ambito di un’operazione più complessa sempre con Mediaset in Spagna)”, si legge. La valutazione implicita di Premium fatta da Telefonica (900 milioni di euro) è secondo Bernstein molto alta sotto di ogni standard e forse solo Sky potrebbe accettarlo o superarla alla luce dei benefici che ne deriverebbero.
Conclude Bernstein: mantenere Premium da sola rischia di esporre Mediaset a nuove perdite. La vendita a Sky, magari in cambio di condizioni favorevoli come mantenere la pubblicità su Premium e qualche forma di earnout, potrebbe essere attraente, anche perché l’offerta, finalizzata ad eliminare la concorrenza, potrebbe essere più generosa di quanto potrebbe fare qualsiasi altro investitore. L’alternativa per Mediaset di fondere la pay con Telecom la esporrebbe al rischio di affidare a terzi il suo baluardo anti-Sky e nello stesso tempo il Biscione potrebbe trovarsi ad affrontare una guerra su larga scala da parte di Sky sul terreno della tv gratuita”.