La capacità competitiva di H3G potrebbe essere minacciata dalle tariffe di terminazione troppo basse, quelle dovute all’operatore che riceve la chiamata. A sostenerlo è il parere pubblicato oggi sul Bollettino Antitrust e rivolto all’Agcom.
Secondo il garante della concorrenza, una eccessiva riduzione del differenziale nelle tariffe di terminazione tra H3G e gli altri operatori “con riferimento al periodo considerato nello schema di provvedimento, potrebbe comportare il rischio di una riduzione del grado di concorrenza sul mercato dei servizi mobili, con effetti negativi sul benessere dei consumatori”.
Secondo il parere dell’Antitrust, in merito al percorso asimmetrico di riduzione delle tariffe H3G, “l’effetto della regolamentazione su tale operatore risulta notevolmente più incisivo rispetto a quello previsto dagli altri gestori, i quali, essendo entrati sul mercato da oltre dieci anni, sembrerebbero aver già ammortizzato i costi delle proprie reti Gsm e godere di una ben più ampia base clienti”.
L’Autorità auspica così che “le osservazioni formulate possano essere utilmente tenute in considerazione nell’ambito dell’emanazione definitiva del provvedimento”.
Le tariffe di terminazione sono state determinate dall’Agcom con la delibera 365/14/cons, una volta acquisito il parere Antitrust. Fino ad ora l’Autorità ha disegnato un percorso a tariffe calanti e asimmetriche fra gli operatori. Ma ultimamente si è assistito a una riduzione dei vantaggi riconosciuti agli operatori più piccoli.
Il caso era nato nel 2008, quando AgCom aveva stabilito le tariffe di terminazione per H3G da novembre 2008 a giugno 2009. Una decisione che aveva visto il gestore ricorrere prima al Tar, perdendo la causa, e poi al Consiglio di Stato, dove era state riconosciute le sue ragioni. Così si è arrivati fino al 2013, e da allora si sono registrati altri due ricorsi che hanno fatto allungare i tempi fino a oggi. In sintesi, nel proprio parere l’antitrust sostiene che le tariffe non devono scendere troppo in fretta, perché questo potrebbe penalizzare i consumatori. Mentre nella delibera 365/14/Cons Agcom sostiene chenon dovrebbero verificarsi problemi di questo tipo, dal momento che ci si riferisce a una vicenda di svariati anni fa. Con ogni probabilità il caso non si chuiyderà qui, ed è probabile che fiocchino nuovi ricorsi dagli operatori.