VIDEO ON DEMAND

Netflix & Co. verseranno 6,8 miliardi di dollari a Hollywood

I servizi di video on demand sono una manna per le case produttrici Usa dei programmi. I diritti versati non sono ancora paragonabili a quelli pagati dalle società del cavo, ma il gap si chiuderà

Pubblicato il 27 Ott 2014

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Netflix, Hulu Plus e Amazon Prime saranno una manna per i grandi studios di Hollywood nei prossimi anni, stando ai dati pubblicati da RBC Capital Markets: l’analista David Bank stima che i tre maggiori servizi di video on demand (Vod) per abbonati spenderanno complessivamente, nel 2015, 6,8 miliardi di dollari in diritti sui programmi che trasmettono, un bell’incremento rispetto agli oltre 5,2 miliardi di dollari che pagheranno quest’anno. Inoltre, la spesa in syndication crescerà a due cifre negli anni successivi, anche tenendo conto della forte espansione internazionale di Netflix.

La spesa in diritti sui programmi da parte dei servizi del Vod è ancora poca cosa rispetto ai previsti 18,4 miliardi di dollari che l’anno prossimo pagheranno le aziende offline, innanzitutto quelle del cavo, ma il divario si sta riducendo e potrebbere chiudersi in futuro, secondo RBC Capital Markets.

Del resto, la spesa del Vod in syndication ha già superato quella dei canali broadcast l’anno socrso e sarà il doppio di quella dei broadcaster (3,3 miliardi di dollari) nel 2015. Messi insieme, Vod in abbonamento, canali broadcast e società del cavo verseranno agli studios la bellezza di 29,5 miliardi di dollari l’anno prossimo.

Nello specifico, per quel che riguarda i servizi di video on demand, dei 6,8 miliardi di dollari stimati per il 2015, 3,3 miliardi verranno da Netflix, 1,7 miliardi da Amazon e 1,5 miliardi da Hulu (che spenderà così il doppio di quest’anno).

Un’ulteriore buona notizia per le case produttrici sarà l’ingresso di nuovi player sul mercato del Vod: “L’acquisto da parte di Yahoo dei diritti esclusivi per le precedenti stagioni di ‘Saturday Night Live’ e il fatto che abbia ordinato la sesta stagione originale di ‘Community’ dovrebbe essere un segnale di come si evolverà il mercato in futuro”, secondo Bank.

Parte della spesa dei servizi di Vod viene destinata a contenuti che non sono nemmeno mai passati prima per la Tv, come nel caso di “Gotham” della Warner Bros.

La ricerca di RBC nota che, anche se l’approccio dei servizi di Vod è sempre più sofisticato e ciò ha reso più rari gli accordi per grandi quantità di programmi e contenuti, che erano comuni alcuni anni fa, la spesa in diritti non è diminuita perché Netflix, Amazon e Hulu fanno a gara tra loro per aggiudicarsi le esclusive sui programmi di punta e quindi gli studios che li producono possono applicare prezzi molto interessanti.

Per RBC, infine, anche se i servizi del Vod stanno potenziando il loro interesse verso la creazione di contenuti originali, questo non vuol dire che rinunceranno ai programmi prodotti e venduti dalle grandi case di Hollywood: “Un canale del cavo o servizio del Vod deve avere programmi 24 ore su 24, la domanda non può essere soddisfatta solo col contenuto originale”, osserva Bank.

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