Il Piemonte procede a passi veloci verso la banda larga. La giunta
regionale ha approvato l'accordo di programma per lo sviluppo
del broadband su tutto il territorio. L'intesa, che verrà
siglata dalla Regione con il ministero dello Sviluppo economico,
comporta un onere economico di 14,748 milioni, coperti per 6
milioni con fondi del ministero, per 7,29 milioni con i fondi del
programma di sviluppo rurale del Piemonte 2007-2013 e per i
rimanenti 1,458 milioni con il relativo gettito Iva.
Stando a quanto previsto dal piano, la banda larga arriverà nei
192 Comuni piemontesi ancora sprovvisti di Adsl (attualmente in la
connessione a banda larga di tipo terrestre copre 1.155 Comuni su
1.206) mentre entro tre mesi dalla firma saranno individuati i
territori su cui intervenire nonché le modalità di esecuzione
degli interventi che dovranno essere completati per la fine del
2015.
Nell’ambito del Piano regionale per lo sviluppo della banda larga
– il Programma Wi-Pie – sono già stati realizzati interventi
infrastrutturali per un valore complessivo di 30 milioni di euro
che hanno portato alla creazione di una dorsale multiservizio in
fibra ottica che permette l’accesso a pubbliche amministrazioni,
cittadini, imprese, atenei (per un totale di 11 nodi di accesso
localizzati in punti strategici del territorio e circa 900
chilometri di fibra ottica) e di un’infrastruttura in fibra
ottica di 770 Km per diffondere capillarmente l’opportunità di
accesso alla banda larga mediante la realizzazione di dorsali che,
partendo dai capoluoghi di provincia, si sviluppano verso le aree
periferiche di ciascun territorio provinciale.
A fianco delle tradizionali soluzioni basate sulla rete telefonica,
si è andata sviluppando anche una copertura a banda larga senza
fili che ha interessato in special modo le aree rurali, dove è
ormai è divenuta una valida alternativa all’Adsl. La
combinazione delle due soluzioni ha portato le percentuali di
utilizzo della banda larga in Piemonte al 45,5% per le famiglie ed
al 90,1% per le imprese contro una media nazionale del 31% per le
famiglie e dell’81% per le imprese.