È ancora lontano il giorno in cui, parlando di performance sportive, i fan si riferiranno alla capacità di un team di elaborare in fretta i dati, anziché alle prestazioni degli atleti. Ma la rivoluzione, anche se spesso passa sotto silenzio, è già cominciata. Soprattutto negli Stati Uniti e in Australia, dove ci si vergogna meno ad ammettere che sport è prima di tutto business, le logiche del management fuori e dentro il campo sono realtà in molti casi consolidate, e le partnership con i big dell’Ict o con startup ultraspecializzate sono all’ordine del giorno. Dal basket al football passando per l’automobilismo e il tennis, sono ormai decine le società che hanno sposato l’approccio tecnologico alla reportistica e alla statistica per costruire previsioni in grado di garantire performance migliori, scouting più efficaci, sistemi di monitoraggio della salute degli atleti più precisi, abilitando servizi innovativi per aumentare la spettacolarizzazione dell’evento sportivo.
Qualche esempio? Ibm è ormai un partner storico del Grande Slam. A partire dagli Australian Open di Melbourne (al via a fine gennaio, gli altri eventi sono il Roland Garros, Wimbledon e gli Us Open), Big Blue, oltre a fornire i servizi IT di base si occupa anche dell’applicazione SlamTracker. Il software analizza in tempo reale le mosse e i punti dei giocatori confrontandole con quelle degli avversari e con un database che conta circa 40 milioni di record per restituire all’utente, sul suo mobile device, informazioni sulle strategie di gioco.
L’Nba, federazione del basket nordamericano, attinge a Big data e analytics a piene mani per tenere sotto controllo la salute degli atleti attraverso test biometrici e sensori applicati su cute e divise di gioco. Ma non solo: in 30 delle arene che fanno capo all’Nba sono stati installati impianti di derivazione militare che comprendono un set di sei telecamere capaci di registrare i movimenti di ciascun giocatore sugli assi X e Y del campo con una frequenza di 25 volte al secondo. A sviluppare la tecnologia è stata SportVU, adattandola da una soluzione precedentemente usata per il calcolo della balistica dei missili israeliani. SportVU si è poi messa in affari con Catapult, società australiana specializzata in tracciatori Gps indossabili, e insieme hanno creato il sistema perfetto per preservare il bene più prezioso di ogni squadra: il giocatore. Grazie a questa partnership i campioni di 12 team dell’Nba vengono costantemente monitorati nella loro attività agonistica, e le loro prestazioni sono registrate per costruire programmi specifici per l’allenamento, per la dieta e perfino per il riposo.
Anche Sap è entrata in partita, principalmente su due fronti: la Formula 1 e il calcio. A dire il vero sono circa 15 anni che la società di software tedesca lavora con il team McLaren per sviluppare sistemi di elaborazione digitale delle strategie di gara, specialmente per il cambio gomme, e di misurazione dei parametri legati alle prestazioni meccaniche, arrivando a produrre a ogni Gran premio carichi da sei miliardi di dati inviati in tempo reale al McLaren Technology Center, nel Surrey, che a sua volta li elabora e li rispedisce ai box, in qualsiasi continente si svolga la gara. Per quanto riguarda il calcio, basti dire che Sap ha sostenuto la nazionale tedesca ai Mondiali del Brasile, dove la squadra capitanata da Philipp Lahm ha battuto i padroni di casa, in finale, con uno storico 7 a 1. La Germania ha usato Sap Hana fin dalle qualificazioni per raccogliere i dati sulle performance dei 22 uomini in campo, costruendo uno storico che ha permesso di perfezionare preparazione atletica, studio degli avversari e strategie di gioco. E se qualcuno si stesse chiedendo come mai serve uno strumento potente come Hana per questo tipo di operazioni, sappia che ogni partita di calcio può generare fino a 60 milioni di dati.
Non è solo questione di vincere o perdere un match: in ballo ci sono miliardi di euro (o dollari) in sponsorship e diritti Tv per le società che offrono le performance migliori, più una serie di servizi di nuova generazione, nati dall’estensione delle app professionali al mondo consumer, che potrebbero portare nuovo valore. Un’indagine globale firmata TechNavio stima che il mercato globale delle applicazioni dedicate a sport e fitness è destinato a crescere fino al 2018 a un tasso del 24%. Considerati anche i benefici raggiungibili sul piano del marketing e della brand awareness, sembrerebbe proprio una partita che vale la pena di essere giocata.