Il Governo ha risolto l’enigma interpretativo che stava bloccando l’ufficialità del Comitato d’indirizzo dell’Agenzia per l’Italia Digitale (come anticipato dal nostro giornale). Marianna Madia (ministra della Pa) ha firmato quindi il decreto di nomina, adesso alla Corte dei Conti per l’ultimo passaggio.
Alla fine si è scelta una soluzione di compromesso tra le tre possibili interpretazioni dello Statuto dell’Agenzia: nel Comitato ci saranno due membri del Tavolo permanente per l’innovazione.
Il dubbio interpretativo era su questa frase, presente nello Statuto: “dai membri del Tavolo permanente per l’innovazione e l’Agenda digitale italiana”. Erano possibili tre interpretazioni: a) ci devono essere in tutto due rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata e dai membri del Tavolo; b) devono essere due rappresentanti più due; c) ci devono essere tutti i membri del Tavolo (una decina).
Gli uffici legali della Presidenza del Consiglio hanno sbrogliato la matassa optando per la seconda soluzione, che porta a nove i componenti del Comitato. Gli altri sono un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Stefano Quintarelli, che sarà il presidente del Comitato), un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico, un rappresentante del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, un rappresentante del Ministro per la pubblica amministrazione, un rappresentante del Ministero dell’economia e delle finanze e da due rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata.
La Corte dei Conti dovrà dare il via libera a giorni, al massimo entro metà novembre (dato che non sono previsti costi per lo Stato). Sta andando insomma al posto giusto uno dei tasselli mancanti nell’Agenzia. Altri mancano all’appello. Una delle lacune più gravi, come già ribadito dalla direttrice Alessandra Poggiani, è l’assenza della pianta organica.