“Il piano della Casa Bianca volto a regolamentare internet, sarebbe un tremendo errore che andrebbe a minare lo sviluppo e la sopravvivenza stessa di internet, nonché gli interessi nazionali”. Lo dice vice presidente di AT&T, Jim Cicconi, secondo cui la proposta – così come concepita dall’amministrazione Obama – applicherebbe regole risalenti agli anni ’30, e basate sul monopolio telefonico, a una tecnologia del ventunesimo secolo.
“Tutto ciò avrebbe quindi un impatto negativo, non solo sugli investimenti e l’innovazione, ma anche sull’economia del Paese – spiega Cicconi – La regolamentazione attuale, snella e trasparente, ha invece finora incoraggiato livelli di investimento mai visti nell’industria e guidato un’incredibile innovazione”.
“Le azioni di oggi metterebbero tutto questo a rischio – ricorda il managere -. Si tratta inoltre di azioni che mirano a affrontare un problema di natura ipotetica posto da alcuni gruppi politici il cui obiettivo da sempre è stato quello di realizzare il controllo del governo di internet. La Casa Bianca mette a rischio internet e la nostra economia solo a causa di tali pressioni politiche”.
“Riteniamo che le azioni richieste dalla Casa Bianca siano incompatibili con decenni di precedenti normativi diversi, nonché con l’intenzione del Congresso. Se il governo intendesse proseguire sulla strada della regolazione di Internet come servizio pubblico, l’azione dovrebbe essere portata avanti dal Congresso e non da regolatori non eletti – conclude Cicconi – E se la Fcc dovesse varare tali regole, non sono da escludere azioni legali contro tale decisione”.
Ieri il presidente degli Stati Uniti Barack Obamaha preso una posizione netta nel dibattito che infiamma il mondo di Internet in America sulle nuove norme proposte dalla Federal Communications Commission per la net nutrality. Obama ha detto che l’agenzia dovrebbe riclassificare la banda larga per regolarla come un servizio pubblico e vietare gli accordi di “paid prioritization” che rischiano di creare corsie lente e corsie veloci sul web.