Oggi si chiude l’offerta dei titoli di Rai Way in vista della quotazione in borsa della società, e a viale Mazzini sono arrivate richieste per il doppio degli 83 milioni di titoli messi sul mercato dall’azienda, che corrispondono al 30,5% del capitale della società.
Il prezzo, si legge sul Sole24ore, è quello minimo della forbice prevista, 2,95 euro ad azione, per una valorizzazione della società che ammonta così a 802 milioni di euro. Una scelta, quella di mantenere il prezzo minimo, che avrebbe suscitato interesse tra istituzionali ed hedge fund, contribuendo al buon andamento dell’offerta.
L’offerta globale è coordinata da Imi, Bnp Paribas, Credit Suisse, Mediobanca e Citi, ed è rivolta per il 90% a investitori istituzionali e per il 10% rimanente al pubblico e ai dipendenti.
Mentre sta per scadere il countdown per l’offerta, Rai Way avrebbe già iniziato a guardarsi intorno per valutare eventuali acquisizioni in un mercato, quello delle torri di trasmissione, che sta vivendo una fase movimentata in vista del consolidamento. Così, secondo le voci di corridoio che circolano in queste ore, da Rai Way avrebbero iniziato a considerare con interesse le torri Wind, di cui l’operatore ha messo in vendita una parte: la cessione è nella fase della presentazione delle offerte non vincolanti, mentre per quelle definitive la scadenza dovrebbe essere fissata per dicembre, e la chiusura della vendita per l’inizio del nuovo anno. Agli advisor Banca Imi e Hsbc sarebbero arrivate sette offerte non vincolanti, tra le quali quelle di American Tower (che si dice sia l’offerta più alta), di F2i insieme al fondo Providence, di Abertis e di Ei Towers. Quanto alle altre offerte, secondo le indiscrezioni sarebbero arrivate da Amp e dalla francese Antin, ma alcune voci iniziano a far trapelare che un’offerta sarebbe stata avanzata anche da Rai Way in alleanza con un fondo.
A prendere posizione sull’argomento era stato nei giorni scorsi Camillo Rossotto, presidente di Rai Way, durante la presentazione del collocamento: “Siamo interessati alle torri di Wind ma ad operarle, non necessariamente a possederle, potremmo cioè eventualmente partecipare a una cordata per rilevarle”.