INTERFERENZE

Frequenze, Boschi: “Più risorse alle Tv locali”

Allo studio del governo un aumento alle piccole emittenti per liberare le frequenze rispetto ai 20 preventivati. Il presidente Commissione Trasporti e Tlc Michele Meta (Pd): “Spostare al 30 giugno i termini per liberarle”

Pubblicato il 14 Nov 2014

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Il fondo di 20 milioni già predisposto per l’indennizzo delle Tv locali che dovranno liberare le frequenze che sono oggetto di interferenze con l’estero potrebbe aumentare. Ad annunciarlo è il ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi (nella foto) durante il question time in aula a Montecitorio a un’interrogazione di Davide Caparini (Lega Nord) indirizzata al Mise.

“La legge – ha detto Boschi – prevede che l’Agcom escluda dalla pianificazione delle frequenze per il digitale terrestre quelle già assegnate ad altri Paesi, pur utilizzate da operatori italiani, per evitare i rischi di procedure di infrazione da parte dell’Europa. Sappiamo che questo accade in Italia nelle zone di confine: Francia, Slovenia, Croazia e Malta hanno segnalato il problema. Per porvi rimedio, è prevista la liberazione delle frequenze in base a criteri concordati con gli operatori del settore: dal 6 novembre sul sito del ministero dello Sviluppo economico è stata attivata una consultazione pubblica per individuare le modalità, a fronte di un indennizzo economico per gli operatori, per il quale è già stato predisposto un fondo ed è previsto un intervento normativo per aumentarlo”.

“L’annuncio del Governo è una buona notizia – commenta Michele Meta (Pd), presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera – molte delle imprese interessate, infatti, hanno ancora sulle spalle i pesanti investimenti effettuati per il passaggio al digitale terrestre. Ma ora si proroghi di alcuni mesi il termine per la liberazione delle frequenze e, nel frattempo, si lavori alla migliore soluzione possibile”.

“E’ innegabile che i tempi oggi siano piuttosto ristretti, se è vero che la consultazione avviata in questi giorni dal ministero dello Sviluppo economico si concluderà il 10 dicembre e che, entro il 31, dovrà già essere chiaro il quadro delle emittenti che libereranno le frequenze e delle compensazioni loro assegnate. Un’ipotesi di buonsenso – conclude Meta – potrebbe essere quella di prorogare il termine fino al 30 giugno 2015, ricercando insieme alle emittenti interessate la soluzione più adeguata: il ‘se’ non è in discussione, ma dal ‘come’ si risolverà la questione può dipendere il futuro di molte emittenti e dei loro lavoratori”.

“Le frequenze, per chi fa televisione, sono come l’ acqua e la farina per i panettieri – ha detto Caparini nel corso del question time -, sono l’ essenza stessa del lavoro. Con la modifica del piano nazionale di assegnazione delle frequenze il governo chiede ai possessori di una frequenza televisiva di restituirla dopo che è stata utilizzata vent’ anni per fare impresa. Parlare di un indennizzo e’ una presa in giro che equivale a dire di chiudere l’ impresa”. “Che ne sarà delle migliaia di lavoratori e del pluralismo dell’ informazione? Queste decisioni del governo, che continua a contraddirsi, scavalcano qualsiasi logica imprenditoriale, di sviluppo e di innovazione”.

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