“In merito a notizie pubblicate nei giorni scorsi dalla stampa quotidiana, Telecom Italia precisa che non è allo studio alcuna ipotesi di aumento di capitale”. Lo si legge in un comunicato dell’azienda, che replica così ad alcuni articoli che risalgono a sabato, che lasciavano trapelare l’ipotesi di una ricapitalizzazione della società per favorire un eventuale piano di fusione tra Tim Brasil e Oi, e per ridurre il debito.
La prospettiva della fuzione era tornata in primo piano giovedì, quando Oi ha aperto alla possibilità di una fusione con Tim Brasil. “Il mio obiettivo – aveva dichiarato il ceo, Bayard Gontijo – è creare valore per gli azionisti, senza pregiudizio su come realizzarlo”. Il manager aveva ricordato che a fine agosto l’azienda aveva dato mandato a Btg Pactual di studiare una possibile acquisizione della controllata di Telecom Italia.
Dal canto proprio Tim Brasil si era detta pronta “a reagire” ad ogni mossa di consolidamento in Brasile, per bocca del ceo Btg Pactual a Londra per incontrare la comunità finanziaria. E proprio in quel contesto si inquadrava l’eventualità, ventilata poi dalla stampa e a cui si riferisce la smentita di Telecom Italia, che la capogruppo potesse decidere di riunire in tempi rapidi il suo board per fare il punto sulle opzioni strategiche in Brasile ed eventualmente considerare operazioni straordinarie.
Intanto Oi ha a sua volta ricevuto un’offerta da Apax e Bain del valore di 7,075 miliardi di euro per gli asset in Portogallo di Portugal Telecom. Come la precedente proposta, quella di Altice, anche in questo caso è previsto un earn-out di 400 milioni sulla base di future entrate ulteriori e altri 400 milioni legati alla generazione del margine operativo lordo e non sono inclusi nell’offerta gli investimenti PT Portugal Africa, PT Portugal debt o in Rioforte.
Secondo gli analisti di Equita Sim non ci sarebbero le basi per un aumento di alcuni miliardi perchè, secondo i loro calcoli, una possibile fusione tra Tim Brasil e Oi, se condotta alle attuali valutazioni di mercato, porterebbe Telecom a controllare circa il 49% della nuova entità. L’investimento necessario per detenere tale controllo – continuano – sarebbe relativamente contenuto (ben inferiore a 1 mld) dal momento che sarebbe “improbabile/inopportuno” il riconoscimento di un premio a Oi “alla luce delle sue condizioni finanziarie”.
Secondo l’analisi di Icbpi l’elevato indebitamento di Oi e la presunta richiesta di un pagamento in contanti avanzato dai soci brasiliani della stessa Oi potrebbero creare dei vincoli per la sostenibilità finanziaria di una eventuale operazione. L’ipotesi piú probabile, secondo gli esperti, resta comunque quella di un eventuale aumento di capitale da parte di Tim Brasil.
Da Banca Imi segnalano infine che questa dichiarazione ufficiale di Telecom Italia conferma che nell’arena M&A brasiliana Tim e Tim Brazil sono in una posizione wait-and-see. In ogni caso, gli analisti continuano a considerare necessario il consolidamento in Brasile alla luce dell’evoluzione del contesto del business Mobile