STRATEGIE

Padoan: “Bisogna far ripartire gli investimenti, serve sforzo pubblico e privato”

Il ministro dell’Economia: “Solo così si crea occupazione e si alimenta la fiducia degli investitori. Ma sono necessari progetti bancabili”. E sulla legge di Stabilità: “Coniuga consolidamento di finanza pubblica e crescita. Ci aspettiamo dalla Ue il giusto riconoscimento”

Pubblicato il 18 Nov 2014

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“La situazione macroeconomica non è soddisfacente – per usare un understatement – c’è però un totale accordo a livello internazionale sulla necessità di far ripartire gli investimenti, pubblici e privati”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo a un workshop di Telecom Italia “Internet, jobs&skills: an opportunity for growth”, precisando che “l’impegno del Governo è quello di mettere le imprese nelle migliori condizioni per investire perché senza investimenti non si crea occupazione e non c’è la ripresa della fiducia”.

Il ministro ha fatto quindi riferimento al piano Junker da 300 miliardi, che presumibilmente – il piano ancora non è stato reso noto ai governi europei – sarà composto da “progetti bancabili e risorse che finanziano questi progetti, con fondi pubblici e soprattutto privati”.

Padoan ha poi ricordato che “la legge di stabilità coniuga il consolidamento di finanza pubblica con la crescita”. “E’ possibile fare una politica di finanza pubblica sostenibile sostenendo la crescita, il problema è di composizione – ha voluto evidenziare il titolare dell’Economia, ricordando che l’Italia ha presentato alla Bei progetti per 40 miliardi – Prima di chiederci se i soldi bastano bisogna chiedersi se vanno nel posto giusto. Io sono abbastanza stufo di sentirmi dire da eminenti colleghi ministri che si rivolgono all’Italia dicendoci che dobbiamo dimostrare che i soldi li sappiamo spendere e non chiedere soldi alla Ue”.

Ancora sul tema della legge di stabilità, Padoan ha detto di aspettarsi “che saranno riconosciuti lo sforzo di bilancio qualitativo e quantitativo e le riforme strutturali. Con la Ue c’è un dialogo costruttivo che continua”. Riguardo le valutazioni dell’Unione europea, il ministro ha sottolineato che “il giudizio sarà sempre più fatto non solo in base alle cifre soglia, ma alla logica interna e alla strategia”. E proprio rispetto al connunbio tra sforzo di bilancio e riforme strutturali il ministro ha portato ad esempio il job acts e le risorse contenute nella legge di stabilità a favore dell’occupazione.

Coniugando crescita, rigore e innovando le regole del mercato del lavoro il governo si aspetta “il ritorno del segno più per il prodotto interno lordo italiano l’anno prossimo”. “Nell’ultimo trimestre – ha concluso – mi aspetto che si continui a dimostrare quello che sta succedendo: la macchina sta smettendo di scendere e comincia la risalita”.

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