Passare a maggio tredici giorni in Florida senza avere neanche un dollaro fatto di atomi nelle tasche dei pantaloni è stata più che altro una scommessa giusto utile per qualche tweet e qualche post. Non è stata una mission impossibile e alla fine ci ho preso gusto e ho ripetuto con più attenzione l’esperienza nel viaggio estivo dedicato a Manhattan e Chicago e a tutto quello che c’è in mezzo di interessante che sia raggiungibile con una automobile.
Quello che mi ha più colpito non è “che si può fare” ma la grande naturalezza con la quale viene accettata, anche per importi di modestissima entità, la carta di credito e la capillare disponibilità di terminali per il pagamento elettronico. Ovviamente non sempre tutto funziona al “primo colpo” tuttavia non viene mai proposta l’alternativa di pagare con delle banconote. Si viene invitati a riprova con pazienta a “strisciare” la carta più velocemente o più lentamente perché quello non è “uno strumento” ma “lo” strumento di pagamento. Si paga il taxi – potendo anche lasciare una piccola mancia – l’albergo, il pranzo e la cena – differenziando il conto dal servizio – l’ingresso ai musei e alle mostre, i grandi ed i piccoli acquisti, le multe, il parchimetro, (…), insomma tutto.
Tutto è tracciato, tutto è legale, tutto è tassato e tutto genera una quantità immensa di dati –big – che diventano preziose informazioni e pregiata conoscenza utili per generare buona organizzazione, gestione e programmazione e alla bisogna adeguate azioni di prevenzione. I pagamenti annui pro-capite in Italia con carta di credito sono infatti solo 31, contro i 140 della Francia, i 175 del Regno Unito e i 93 della media europea mentre sono soltanto 398 i Pos ogni 1000 imprese, rispetto ai 764 della Francia, ai 992 del Regno Unito ed ai 469 della media europea.
Questo insano ritardo è un importante fattore abilitante l’evasione fiscale, il riciclaggio del “denaro sporco” e altre forme di illegalità che attanaglia il nostro Paese. Il problema oltretutto non è di natura tecnologica – nulla di esoterico o materia riservata ai nerd –, abbiamo tutto a disposizione come in un negozio della Lego o sugli scaffali dell’Ikea, basta comprare i mattoncini o i pezzi e assemblarli con un minimo di perizia e seguendo le istruzioni con cura.