Ufficializzato il trasferimento delle attività di ricerca e sviluppo sulle piattaforme Omsn (nodi ottici multi servizio) da Alcatel-Lucent a Sm Optics, società che fa capo a Siae Microelettronica. E intanto ieri si è riunito al Mise il tavolo tra azienda e sindacati sul futuro dell’azienda in Italia e sull’annunciato Shft plan, che ha registrato commenti critici di Fiom e Fim Cisl.
Rispetto al trasferimento di una parte della ricerca e sviluppo sull’Optics a Sm, i termini dell’accordo prevedono il trasferimento di 256 tecnici e ingegneri attualmente impiegati nel sito Alcatel-Lucent a Vimercate, che saranno integrati in SM Optics. In una seconda fase, 110 ingegneri e tecnici specializzati, attualmente basati nelle sedi di Alcatel-Lucent di Shanghai e Chengdu saranno integrati in una joint venture di Siae Microelettronica in Cina. Alcatel-Lucent manterrà la responsabilità relativa alle strategie di prodotto, alla produzione e alle attività sul mercato associate alle tecnologie coinvolte.
“Con il trasferimento a SM Optics delle attività di R&D relative a queste piattaforme, Alcatel-Lucent sarà in grado di assicurare il pieno supporto ai clienti, potendo sfruttare la preziosa esperienza e competenza dei team, garantendo per il futuro opportunità lavorative per le persone coinvolte – afferma Roberto Loiola, presidente e amministratore delegato di Alcatel-Lucent Italia – Nello stesso tempo, Alcatel-Lucent in Italia si concentrerà sullo sviluppo strategico di tecnologie di rete e di accesso di nuova generazione, inclusi WDM e trasmissione wireless”.
“Siamo lieti dell’accordo raggiunto con Alcatel-Lucent, importante attore del settore – aggiunge Romano Valussi, membro del consiglio di amministrazione di SM Optics – L’accordo permetterà alla società di supportare la manutenzione e lo sviluppo dell’enorme base installata di Alcatel-Lucent. Inoltre, grazie a questo accordo sulla ricerca, rafforzeremo la nostra capacità end-to-end che è un punto di forza di Siae Microelettronica”.
Quanto al tavolo al Mise, Giuseppe Ricci (Fim Cisl) sottolinea i “dubbi sulle sorti dei centri di ricerca di Rieti e Battipaglia, che non sono stati fugati”.
Per la Fiom il segretario nazionale Roberta Turi giudica l’incontro al ministero “del tutto insoddisfacente”. “Ci è stato illustrato che nel 2014 Alcatel Lucent è andata avanti con lo ‘Shift plan’, il piano globale di ristrutturazione dei costi che ha visto in Italia l’esternalizzazione di numerose attività e la cassa integrazione straordinaria che oggi coinvolge circa 100 lavoratori, che verrà completato nel 2015, e che l’azienda intende iniziare anche una fase di trasformazione e innovazione che potrebbe vedere nuovi investimenti in ricerca e sviluppo. Questo però sarà legato all’andamento del fatturato, che nel 2014 ha visto una contrazione importante, e da quanto saprà mettere in campo l’Italia rispetto al sostegno alla ricerca e sviluppo e agli investimenti sulla banda larga e ultralarga. In Europa, infatti, Alcatel Lucent fa ricerca e sviluppo sulle tecnologie ottiche in altri due paesi che competono con il nostro: Francia e Germania. L’azienda ha infine dichiarato che la multinazionale sta considerando di chiudere i siti di Rieti e Battipaglia, anche a seguito di ulteriori esternalizzazioni di attività”.
“Abbiamo chiesto immediatamente la convocazione di un nuovo tavolo al Mise alla presenza del viceministro De Vincenti e del sottosegretario con delega alle telecomunicazioni Giacomelli, che si svolgerà entro dicembre – conclude Turi – Il Governo, che ha predisposto i piani nazionali della banda ultralarga e della crescita digitale, piuttosto che fare annunci e sfilate, si impegni a trovare le risorse necessarie per finanziarli e intervenga sulla multinazionale per impedire un’ulteriore riduzione della sua presenza nel nostro paese”.