Un dialogo permanente tra Istituzioni, politici, esperti, docenti, e studenti in tema di educazione all’uso dei social media nelle scuole. Questo è quanto è emerso da un convegno svoltosi presso la sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio a Roma, promosso dalla Camera dei Deputati in collaborazione con Imprese di Talento.
Tra i relatori una rappresentanza dell’ intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica che nonostante il coincidente voto in aula sul Job Acts hanno voluto essere presenti e dare un segnale importante: la politica su questo argomento c’è e vuole dare il proprio fattivo contributo. La diffusione di contenuti che transitano attraverso il web ha reso infatti indispensabile l’esigenza di spiegare e far conoscere le nuove forme di comunicazione digitale all’interno delle scuole, con l’obiettivo di evidenziare le cose più importanti da sapere, almeno per avere sempre sotto controllo i rischi legati all’accesso a internet e ai social network.
Molti giovani utilizzano il web con leggerezza, scambiano messaggi, foto, video e li condividono anche con sconosciuti senza alcuna percezione dei rischi. Non servono le proibizioni, ma è necessario mettere i ragazzi in condizione di navigare in maniera consapevole, conoscendo sia le potenzialità sia i pericoli della rete.
Chi lo fa? Chi lo deve fare? Il dibattito che ha visto coinvolti anche molti ragazzi presenti ha evidenziato un’esigenza importante: promuovere un dialogo permanente che coinvolga tutti gli attori, dal Miur ai rappresentanti politici, dal corpo docente agli studenti e alle loro famiglie, allo scopo di promuovere percorsi formativi multidisciplinari che consentano di utilizzare il web e i social media in modo sempre più consapevole e coscienzioso.
Il Children’s Online Privacy Protection Act (Coppa) dal 1998 stabilisce nei 13 anni il limite minimo di età per l’iscrizione a siti internet e social network, ma secondo le stime della società di ricerca ComScore, negli Stati Uniti sarebbero oltre 3,6 milioni gli utenti con meno di 13 anni che utilizzano Facebook.
“Permettere ai bambini di infrangere le regole – ha spiegato Daniele Salvaggio, esperto in comunicazione digitale e in formazione manageriale – invia un messaggio sbagliato e, in questo caso, permette loro l’accesso a un mondo, quello di Internet, per il quale non sono preparati. Parlare ai bambini e ai ragazzi spiegando loro cosa sono i social network, come si utilizzano, quali rischi e quali potenzialità possiedono, è importante tanto quanto far capire che occorre darsi delle semplici ma essenziali regole per essere connessi in totale sicurezza. Negli Usa c’è una proposta di legge per realizzare dei processi di educazione su queste tematiche. In Italia se ne sta parlando, recentemente il Partito Democratico ha presentato un disegno di legge sul tema : si tratta solo di iniziare a lavorare seriamente e in modo inclusivo”.