“Nella banda larga e soprattutto nella banda ultralarga, cioè oltre i 30 mega, siamo il fanalino di coda in Europa, con una copertura pari al 21% delle famiglie contro una media Ue del 62%: un fatto inaccettabile per uno dei maggiori Paesi industriali del mondo”.
Lo afferma Angelo Marcello Cardani, presidente di Agcom, intervistato per il CorrierEconomia da Edoardo Segantini. Le conseguenze di quest’arretratezza sono secondo Cardani principalmente due: la “lentezza di reazione del sistema economico e, in particolare, una debolezza competitiva delle piccole e medie imprese, che ne rappresentano l’ossatura (…) Le grandi imprese alla fin fine se la cavano da sole, con i collegamenti dedicati e ad alta capacità, le piccole dipendono totalmente dall’infrastruttura di accesso di Telecom Italia. L’arretramento tecnologico e organizzativo rischia così di danneggiare il nostro punto di forza”.
Rispetto agli investimenti necessari per dotare il paese di un’infrastruttura di rete adeguata, Cardani non si schiera dalla parte di chi vorrebbe interventi dello Stato: “Quando sento parlare d’intervento dello Stato – sottolinea – tendo a preoccuparmi. Il compito delle istituzioni dovrebbe essere più quello di monitorare e promuovere gli investimenti che quello di intervenire direttamente”. E quanto al partenariato pubblico privato, Cardani lo giudica “un discorso decisamente più interessante, però bisogna muoversi”.
“Ma la vera domanda da farsi – aggiunge Cardani – è chi ha interessa a rallentare l’innovazione”. Il presidente di Agcom traccia un identikit, affermando che secondo lui questa situazione giova a “tutti coloro che non vedono di buon occhio la trasparenza, ai quali darebbe fastidio la maggiore visibilità derivante da un’informazione veloce. I cittadini invece ne ricaverebbero soltanto benefici, perché potrebbero, ad esempio, confrontare i prezzi dei prodotti così come le biografie dei candidati elettorali. L’altro punto interrogativo riguarda la pubblica amministrazione. La connessione rapida delle tante istituzioni pubbliche aumenterebbe il potere dei cittadini rispetto a quello dei burocrati. Grandi e piccoli”.
Quanto al roaming, “bisogna trovare un punto d’equilibro tra i consumatori e le imprese. Impedire che l’eventuale riduzione dei ricavi da roaming si scarichi sugli utenti che non usano il telefonino all’estero. Il rischio, indubbiamente, esiste”.
Sulla Net Neutrality, Cardani non si esprime nel merito della vicenda americana, ma definisce quali sono le priorità per gli utenti in una battaglia in cui “si scorgono chiari interessi economici contrapposti”, e che individua nel prezzo e nella possibilità di accedere ai servizi innovativi: “MI chiedo quale sarebbe la reazione dei consumatori se, quando in Italia arriverà Netflix con il suo streaming video, scoprissero che l’abbonamento funziona male perché la connessione Internet non è adeguata. Questo per dire che un compromesso ragionevole e non penalizzante per chi gestisce le reti deve essere trovato anche a favore degli utenti”.
Quanto alla proposta di rendere obbligatorio il Wifi gratuito in negozi e uffici pubblici, Cardani sottolinea che “darebbe una spinta alla domanda di servizi e contenuti. Sono a favore, ma vorrei valutare bene i dettagli. Non è ben chiaro, ad esempio, quali potrebbero essere gli effetti della promozione del wifi gratuito su tutto il territorio nazionale rispetto al piano d’investimenti degli operatori telefonici nelle infrastrutture di nuova generazione”.