Il legame tra Cloud e servizi in mobilità è sempre più stretto, e a dimostrarlo c’è l’ultima ricerca di Netskope, pubblicata nelle scorse ore da Talkin’ Cloud.
Secondo lo studio l’89% di tutte le applicazioni cloud non sono adattate alle esigenze dell’uso aziendale, e più di un terzo di tutte le violazioni e perdite di dati si verificano su smarphone e tablet. In media, le imprese utilizzano 579 cloud apps, e per ogni upload su una app in cloud si contano tre download.
Inoltre, il 21% delle informazioni caricate su applicazioni di “cloud business intelligence” sono in realtà conservate in applicazioni per le quali le condizioni del contratto specificano che il produttore dell’applicazione è anche proprietario dei dati.
“La combinazione delle applicazioni cloud con il mobile potrebbe essere dannosa per molte aziende, con le scelte degli impiegati sulle app personali che potrebbero creare una nuova sfida sulla sicurezza, dove le risposte potrebbero non essere così chiare o non essere fornite in modo complete dai produttori, anche quando si tratti di aziende di primo piano. Ad esempio – afferma Chris Marsh, analista in 451 Research – come si può garantire un accesso basato su diversi livelli di autorizzazione in un’applicazione, prevenendo che alcune funzionalità non vengano bloccate? Ci sono una serie di risposte possibili, dall’ “enterprise mobility management” (Emm) fino alle nuove tecnologie di controllo in cloud, ma come sempre l’equilibrio tra le esigenze di sicurezza e la praticità e usabilità del prodotto è la chiave per proteggere gli utenti da chi vorrebbe aggirare le regole di utilizzo delle applicazioni. Ma questo genere di equilibrio è moto difficile da trovare”