F2i non affronterà in tempi brevi il dossier relativo all’eventuale cessione della quota che il fondo detiene in Metroweb. E’ quanto ha appreso Mf-Dowjones da fonti a conoscenza dei fatti che sottolineano come la priorità dell’Ad del fondo infrastrutturale, Renato Ravanelli (nella foto), è quella di conoscere e analizzare i piani industriali che verranno presentati da parte dei soggetti che hanno avanzato delle espressioni di interesse per la quota della società della banda larga. Solo dopo questo screening il management di F2i farà una proposta al Cda e valuterà il da farsi.
In particolare una fonte sottolinea come la questione Metroweb non sarà oggetto di discussione delle prossime riunioni del Cda di F2i. “I tempi – ha spiegato – sono più lunghi di come il can-can mediatico di questi giorni ha fatto immaginare”, sottolineando comunque il “grande attivismo” che si sta creando intorno allo sviluppo della banda larga che è un tema su cui il governo sta spingendo molto.
Tra i soggetti interessati a rilevare il 53,8% di Metroweb, ci sono Vodafone e Telecom Italia che nei giorni scorsi hanno inviato un’espressione di interesse al Cda del fondo infrastrutturale. Una documentazione che, da quanto si apprende, non contiene alcuna indicazione di prezzo nè strategie industriali.
Da quanto apprende l’agenzia F2i, qualora decidesse di procedere alla dismissione della quota di Metroweb, sarebbe orientata a scegliere la gara come modalità di vendita. Come aveva spiegato una fonte, l’obiettivo del fondo è quello di massimizzare gli investimenti fatti. Dopotutto, ha proseguito la fonte, il fondo infrastrutturale possiede diversi asset che intende vendere e tra questi rientrerebbe anche il dossier Metroweb.
Intanto la politica continua a chiedere l’intervento delle autorità. “Sulla questione Telecom-Metroweb intervengano l’Antitrust e la Cassa depositi e prestiti – dice il senatore leghista Jonny Crosio, componente della commissione di vigilanza Rai – “Non serve un genio per capire come andra’ finire: – commenta il parlamentare – Telecom che si mangia Metroweb per fermare la concorrenza. E l’Antitrust che finora e’ rimasta a guardare”.
“Ora c’è stata una segnalazione, quindi spero proprio che l’Antitrust intervenga, come ho auspicato ormai da tempo. Senza aste, che non favorirebbero la libera concorrenza – conclude Crosio – Ora serve che Cassa depositi e prestiti diriga l’orchestra per far convergere gli investimenti di tutti su Metroweb. Solo cosi’ si avra’ un piano fibra e quindi sviluppo per il Paese e i cittadini”.
Ieri sulla questione è intervenuto anche il presidente della Commissione Trasporti e Tlc della Camera, Michele Meta. Per Meta sarebbe poco auspicabile lo scenario “secondo cui questo o quell’operatore privato rischierebbe di prendere da solo il controllo della rete in fibra ottica”.
“La soluzione più a portata di mano, invece, è quella di un soggetto con una pluralità di stakeholder, in cui ognuno faccia la propria parte – ha spiegato Meta – da un lato la Cassa depositi e prestiti, dall’altro i principali attori che – insieme e in modo paritario – sceglieranno di acquistare asset di rete fissa, tramite l’entrata in Metroweb”.
“Due cose – ha concluso Meta – devono essere chiare: la prima è che senza investimenti privati non si va da nessuna parte, soprattutto in un settore in cui i margini di redditività futura appaiono piuttosto ampi; la seconda è che nel 2014 l’Italia non può più permettersi monopoli di fatto, che rallenterebbero la doverosa modernizzazione delle infrastrutture”.