Tv locali, corsia preferenziale per il bando di gara frequenze. La novità è contenuta in un emendamento in dirittura d’arrivo, all’interno della legge di Stabilità, per essere esaminato dalla commissione Bilancio del Senato. Il “ritocco” apportato dal Governo per il passaggio in Senato della manovra prevede una “corsia preferenziale”, nella riassegnazione delle frequenze a operatori di reti locali: una tappa dell’operazione che sta attuando il governo per liberare i canali “interferenti” con l’estero e portare a termine la messa in regola dello spettro radio italiano.
Le proposte dell’esecutivo prevedono fra l’altro che i proventi della gara attuata per le frequenze televisive nazionali, oltre 31 milioni di euro, saranno destinati per finanziare gli indennizzi alle emittenti televisive locali che abbandoneranno le frequenze interferenti con l’estero, aggiungendosi così ai 20 milioni che erano già stati stanziati per lo stesso scopo. Il fondo risulta in questo modo più che raddoppiato, come era stato annunciato negli ultimi tempi anche dal ministro Boschi. Il termine per l’abbandono di questa porzione di spettro è stato fatto slittare al 30 aprile 2015.
Prevista inoltre anche la possibilità che le frequenze non assegnate con la gara possano andare in uso alle Tv locali, con un meccanismo però inedito per l’Italia: le frequenze, nello specifico la 58 e la 60, saranno messe a gara per gli operatori di rete (privilegiando appunto quelli locali, secondo l’emendamento di oggi) e non assegnate direttamente alle emittenti. Con la dicitura specifica che in questo caso gli operatori di rete regionali potranno contare su una “corsia preferenziale” rispetto ai giganti nazionali come Rai Way o Ei Towers.
Una scelta che andrebbe a completare la seconda parte della strategia del governo per la razionalizzazione dello spettro, dopo la liberazione delle frequenze interferenziali con l’estero, che in Italia coinvolge 76 televisioni locali.
La roadmap del Governo, dopo la conclusione della consultazione pubblica in corso, prevede che la liberazione delle frequenze avvenga attraverso una strategia in due punti: un incentivo per chi deciderà di abbandonarle, che a questo punto sale a 51 milioni, e poi l’intenzione di favorire i consorzi tra emittenti, cosicché alcune frequenze possano essere liberate e altre possano essere sfruttate a pieno.
Soltanto dopo aver portato a termine questo percorso si prenderà in considerazione il resto del progetto di razionalizzazione, pensando anche alla riassegnazione delle frequenze inutilizzate. I finanziamenti del Governo, inoltre, non andranno a chi sarà l’assegnatario delle frequenze, ma agli editori, tenendo in considerazione i criteri degli ascolti, del numero di dipendenti assunti a tempo indeterminato e dei giornalisti assunti.