Nella lista delle possibili destinazioni per la consegna dei prodotti acquistati su Amazon non compare più la Repubblica di San Marino. Così il gigante dell’e-commerce replica alla decisione della repubblica dei Titani di bloccare il corriere locale e impedirgli la consegna dei pacchi finché non risultasse pagata l’imposta sulle importazioni.
Una vicenda in cui il sito si era subito attivato per riprendere indietro la merce e risarcire immediatamente i consumatori, prima di decidere, come riportato dall’emittente di Stato sanmarinese, di cancellare il piccolo Stato dalle sue destinazioni.
A motivare la dichiarazione di guerra della segretaria di Stato della microrepubblica (il ministero delle Finanze locale), nello specifico, c’è il fatto che secondo le autorità locali Amazon non pagherebbe sui prodotti la cosiddetta “monofase”, un’imposta sulle importazioni del 17%, che equivale grossomodo all’Iva Italiana.
Prima di arrivare alla decisione del sequestro dei pacchi, da San Marino la situazione era stata segnalata più volte all’ufficio legale del colosso dell’e-commerce: “Abbiamo fatto presente alla multinazionale – spiegavano dalla segretaria di Stato – che anche a San Marino le imposte vanno versate al momento dell’importazione. Il versamento può essere fatto da venditore, in questo caso da Amazon, oppure dal Corriere che consegna la merce”.
Ma dietro alla scelta del Governo di San Marino ci sarebbe anche una curiosità: una buona parte della merce consegnata da Amazon a San Marino, infatti, sarebbe destinata a consumatori romagnoli, che approfitterebbero così del vantaggio fiscale.