British Telecom è entrata in negoziati esclusivi per l’acquisizione di EE per 12,5 miliardi di sterline; l’accordo fonderebbe il primo operatore di rete fissa del Paese con il maggiore operatore di rete mobile, creando un gruppo telecom nettamente dominante.
Nelle scorse settimane, sia EE che O2 erano entrate in competizione per vendere le loro attività all’ex incumbent britannico. BT ha inizialmente trattato con entrambi gli operatori, ma ha confermato oggi di aver scelto EE per proseguire le trattative in modalità esclusiva. Sul piatto il gruppo ha messo 12,5 miliardi di sterline in contanti e azioni, una cifra-record: gli analisti britannici stimano il valore di EE intorno agli 8 miliardi di sterline, quindi la cifra proposta da BT rappresenta un premio del 50% circa.
EE si è formata cinque anni fa dalla fusione delle attività mobili in Uk di Deutsche Telekom e di Orange. Porterebbe a BT un bacino di 25 milioni di clienti mobili.
Se l’operazione andasse in porto, per BT si tratterebbe di un ritorno da protagonista sul mercato mobile consumer, da cui era uscita con lo spin-off di O2 nel 2001. BT ed EE insieme avrebbero una posizione dominante nella telefonia sia fissa che mobile in Gran Bretagna; insieme ad EE, BT sarebbe in grado di perseguire una strategia quad-play o multi-play, offrendo pacchetti che uniscono telefonia fissa e mobile, Internet e Tv. Anche la posizione, già salda, di BT sul mercato enterprise sarebbe ulteriormente rafforzata.
“L’acquisizione proposta permetterebbe a BT di accelerare sulla sua attuale strategia mobile e ai suoi clienti di beneficiare di servizi innovativi che uniscono il potere della banda larga su fibra, del wi-fi e del 4G. BT avrebbe la più avanzata rete 4G in Gran Bretagna e maggiore controllo in termini di investimenti futuri e innovazione di prodotto”, si legge in una nota del gruppo.
“Consideriamo EE un asset più desiderabile di O2 per BT in ottica multi-play; in più, con questa mossa BT elimina il principale concorrente dal mercato”, ha commentato Paolo Pescatore, analista di CCS Insight.
Phil Kendall, analista di Strategy Analytics, pensa che un prepotente ingresso del nuovo gruppo formato da BT ed EE sul mercato delle offerte quad-play costringerebbe gli altri operatori a rafforzare le proprie offerte nel settore, per esempio Vodafone sarebbe sponta verso delle acquisizioni e aumenterebbero le probabilità di un merger tra O2 e Three di Hutchison Whampoa, anche se quest’ultimo player avrebbe comunque una posizione più debole su un mercato dominato dalle offerte multi-play.
Nell’accordo proposto da British Telecom, Deutsche Telekom e Orange, in quanto attuali proprietarie di EE, conserverebbero una quota della nuova entità: la tedesca avrebbe il 12% e potrebbe nominare un membro nel cda; la francese conserverebbe il 4% (questo vuol dire che Orange avrà più contante di DT, a fronte di una quota di azioni inferiore). La capitalizzazione di mercato della nuova azienda formata da BT ed EE sarebbe pari a 44 miliardi di sterline.
Per finanziare la parte cash della transazione (6,3 miliardi di sterline), BT potrebbe ricorrere sia a emissione di azioni che a prestiti; l’accordo dovrà comunque ottenere il via libera del regolatore Ofcom, che potrebbe chiedere a BT di cedere parte delle sue frequenze e forse anche di rinunciare a BT Openreach, che gestisce l’accesso di aziende terze alla rete fissa di BT.
Intanto Telefonica dovrà cercare altre opzioni per la sua filiale O2, esclusa dalle trattative con BT: come indicato, la telco spagnola potrebbe tentare un’alleanza della sua unit mobile britannica con Three ma anche TalkTalk è una possibilità; è imperativo adesso rafforzare O2 e darle dimensioni per competere col nuovo colosso che si sta formando nel mercato britannico.