LAVORO

Ibm, l’appello della Fiom: “Basta mobilità, rilanciare l’azienda”

I lavoratori approvano l’ipotesi di accordo sulla gestione dei 230 esuberi. Il sindacato: “Scongiurati licenziamenti unilaterali e drammi occupazionali. Ma ora serve investire su offerte innovative, a cominciare da quelle cloud”

Pubblicato il 23 Dic 2014

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“Con una partecipazione al voto straordinaria e un esito plebiscitario – 3.293 sì e 88 no – i lavoratori di Ibm approvano l’ipotesi di accordo per la gestione dei 230 esuberi dichiarati dall’azienda”. Lo annuncia la Fiom.

“Un accordo raggiunto a conclusione di una trattativa molto difficile, anche perché rappresentava la terza procedura di mobilità aperta dall’azienda in un anno e mezzo, grazie alla tenacia del coordinamento nazionale delle rsu e alla sempre maggiore attenzione dei lavoratori. Un accordo che evita licenziamenti unilaterali e drammi occupazionali – spiegano in una nota congiunta Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom-Cgil, e Marco Mandrini, coordinatore Fiom per Ibm– La Fiom, che in Ibm ha l’80 per cento dei delegati ed è anche tra gli impiegati l’organizzazione di gran lunga maggiormente rappresentativa, ritiene ora fondamentale un rilancio effettivo dell’azienda”.

Per il sindacato “da questo momento serve un cambiamento di strategia della multinazionale”. “Una maggiore presenza ed offerte innovative nei nuovi prodotti informatici, a cominciare dal cloud, una politica verso il personale dove non ci si limiti a licenziare su input della casa madre ma vengano invece definiti, anche in accordo con il sindacato, percorsi di riqualificazione e conservazione dei posti di lavoro”.

L’accordo, raggiunto lo scorso 12 dicembre tra azienda e sindacati prevede il ricorso alla mobilità volontaria e incentivata, oltre all’aggancio alla pensione.

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