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CALL CENTER
Le commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera danno il via libera al ddl Ranucci, con alcune modifiche: scompare il prefisso “unico” e arriva la possibilità per gli utenti di richiamare il call center. Ora la palla passa all’Aula e poi al Senato per la votazione definitiva
Pubblicato il 16 Nov 2017
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In arrivo la stretta sul telemarketing. Le commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera hanno dato il via libera al ddl che introduce nuove disposizioni in materia di iscrizione e funzionamento del registro delle opposizioni e l’istituzione di un prefisso unico nazionale per le chiamate telefoniche a scopo promozionale. Nei giorni scorsi, il provvedimento ha ottenuto i pareri favorevoli delle altre commissioni coinvolte, oggi invece è stata approvata una piccola modifica suggerita dal comitato legislativo e riguardante i decreti applicativi collegati al ddl, i quali dovranno essere approvati entro 90 giorni (e non più 60) dall’entrata in vigore della legge.Il testo del ddl Ranucci – da sentaore Pd primo firmatario del provvedimento – sul registro delle opposizioni era stato già modificato dalle stesse commissioni Trasporti e Attività della Camera produttive su tre aspetti. La prima modifica riguarda il superamento del prefisso unico: “i prefissi diventano due: uno per riconoscere le chiamate commerciali e un altro solo per le indagini statistiche”. Sono inoltre fatti salvi i consensi “prestati nell’ambito di specifici rapporti contrattuali in essere, ovvero cessati da non più di trenta giorni aventi a oggetto la fornitura di beni o servizi, per i quali è comunque assicurata, con procedure semplificate, la facoltà di revoca”.
L’ultima modifica approvata consente invece agli operatori che non si adeguano al prefisso unico, “la facoltà di presentare l’identità della linea a cui possono essere contattati”. In questo caso, la motivazione della deroga si spiega con “l’allineamento della normativa interna all’orientamento legislativo che sta maturando in sede europea il quale prevede che le persone fisiche o giuridiche che usano servizi di comunicazione elettronica per effettuare chiamate di commercializzazione diretta: presentano l’identità di una linea alla quale possono essere contattati oppure un codice o un prefisso specifico che identifichi il fatto che si tratta di una chiamata a fini commerciali”.
Il provvedimento deve ora passare la vaglio dell’Aula anche si stanno stanno raccogliendo le firme per l’approvazione in sede legislativa in commissione. Il testo dovrà comunque tornare al Senato il treza lettura, dato che a Montecitorio ha subito modifiche.