Tom Wheeler, il presidente della Federal Communications Commission (FCC) non lo ha detto esplicitamente ma lo ha lasciato intuire in ogni modo possibile: la proposta sulla net neutrality che porterà all’esame dei commissari il 5 febbraio e che, se approvata, diventerà proposta ufficiale della FCC il 26 febbraio, dovrebbe vertere su una riclassificazione del servizio di banda larga sotto il Titolo II del Communication Act. Ciò significherebbe equiparare la banda larga ad un servizio di pubblica utilità, aprendo la strada ad una regolamentazione eventualmente assai più stringente di quella esistente, che trova un forte limite nell’attuale definizione della banda larga come ‘servizio informativo” – uno status che gran parte degli Isp e dei carrier vorrebbero confermato.
Wheeler ha lasciato trasparire questa sua crescente propensione alla riclassificazione della banda larga durante un’intervista al recente Consumer Electronics Show (CES). Incalzato sull’argomento da Gary Shapiro, ceo della Consumer Electronics’ Association, Wheeler ha innanzitutto detto che due sono le esigenze che vanno considerate nel disciplinare la questione della net-neutrality: “Assicurare a innovatori e consumatori un accesso pieno e libero ai network’ e ‘assicurare che si crei un ambiente capace di fornire incentivi sufficienti agli Isp affinché si impegnino a costruire nuovi network e migliorare quelli esistenti”. Wheeler sapeva di parlare ad un’associazione di professionisti della tecnologia naturalmente a favore di una Rete aperta, ma il riferimento fatto in primis all’interesse dei consumatori e innovatori è stato visto dagli osservatori come il segnale di una implicita gerarchia negli interessi considerati.
Un altro indizio del crescente orientamento pro-Titolo II di Wheeler è la lancia spezzata in favore di una Rete aperta in quanto essenziale all’attività degli ‘over-the-top’ (OTT) – esistenti ed emergenti; commentando il lancio del nuovo servizio televisivo digitale di Dish Network il capo FCC ha notato come “affinché cose come queste possano accadere, l’accesso pieno al network è cruciale”. E lo stesso dicasi per l’Internet delle cose: “Tutto quanto è esposto qui al CES richiede che i network siano aperti”.
Infine, pur senza arrivare a dire che la decisione di procedere con la riclassificazione è presa, Wheeler ha affermato che, dopo aver valutato le varie possibili soluzioni, la FCC ritiene che il Titolo II fornisca ‘le migliori protezioni’ e le migliori garanzie per il raggiungimento degli obiettivi che l’agenzia si prefigge nel disciplinare la materia – ovvero: piena trasparenza del processo, nessun blocco o rallentamento dell’accesso a siti e applicazioni e no alla possibilità di comperarsi corsie preferenziali. Come si vede, se non è “l’agenda Obama” sulla net neutrality poco ci manca. Non a caso Wheeler ha approfittato dell’occasione per respingere seccamente le supposizioni che vorrebbero lui e il presidente su sponde diverse sulla neutralità della Rete. “Al contrario di quanto è stato scritto quando a novembre il presidente ha fatto il suo intervento in materia” ha ricordato Wheeler, “stiamo entrambi spingendo nella stessa direzione”.
Si sta allora profilando una sconfitta totale per quanti si oppongono ad una regolamentazione quale quella sancita dal Titolo II del Communication Act? Una simile conclusione sarebbe certamente prematura. Wheeler stesso nella sua esposizione ha cercato di non dare quest’impressione, anche ricordando come comunque esista già un’industria del settore – i servizi wireless – che seppur regolamentata secondo il Titolo II, ha saputo creare le premesse per un successo da lui stesso definito ‘monumentale’. In ogni caso, come sempre accade, il diavolo sta nei dettagli, e come ha detto Wheeler a fine intervista rivolgendosi agli astanti – anche per circoscrivere la portata di alcune sue affermazioni – “per conoscere quelli dovrete aspettare febbraio”.