I dipendenti Fastweb in prima linea per difendere la propria
reputazione, la vera immagine dell’azienda, che è data da chi ci
lavora. E’ questo l’intento della campagna stampa voluta dai
dipendenti della società di telecomunicazioni al centro delle
indagini della procura di Roma insieme a Telecom Sparkle per truffa
e riciclaggio di denaro. “Sotto il profilo dell’immagine, un
duro colpo”, sottolinea Italia Oggi, soprattutto per chi “era
estraneo ai fatti che hanno coinvolto i vertici dell’azienda, ma
che rischia ugualmente di subirne le conseguenze”.
E’ per questo che i dipendenti hanno scelto di rivolgersi
direttamente all’opinione pubblica attraverso i quotidiani per
ribadire la propria onestà e l’impegno quotidiano sul lavoro.
“Si è trattato di una campagna nata prima con il cuore che con
la testa, all’interno dell’azienda”, dichiara a Italia Oggi
Luca Pacitto, direttore della comunicazione di Fastweb. Nessuna
strategia alle spalle, dunque, ma un messaggio che nasce
“dall’onda dell’emotività e della vicinanza tra
colleghi”.
L’impostazione della campagna e la scelta delle parole sono
spettate allo stesso responsabile della comunicazione, “ma il
resto è nato in azienda”, assicura Pacitto. E sempre in azienda
si è voluto dare corpo a quanto usciva contemporaneamente sui
giornali, allestendo in fretta dei pannelli che riproducevano la
campagna: “Un successo incredibile”, commenta il manager
Fastweb, con grande partecipazione spontanea dei lavoratori.
“Abbiamo mandato un’email a tutti i dipendenti per avere una
foto e in tre ore ne abbiamo ricevute oltre 900. Abbiamo dovuto
terminare la raccolta o saremmo arrivati rapidamente a 2mila
foto”. Troppe, perché fossero tutte visibili nel collage dei
volti apparso sui quotidiani.
I dipendenti “si sentono tuttora partecipi del successo
dell’azienda, hanno un fortissimo senso di appartenenza”,
assicura Pacitto. E i commenti a questa campagna spontanea sono
stati tutti positivi, per la grande forza, il coraggio e la
dignità mostrati da chi ha voluto mettersi in gioco per ricordare
che “il vero capitale dell’azienda è quello umano”.