Dottore, quale app mi prescrive? Potrebbe essere questo l’interrogativo dei prossimi anni, considerando il riscontro che, già oggi, stanno avendo le applicazioni dedicate alla salute e al fitness. Due comparti che all’interno degli store di Apple e Google non sono chiaramente distinti, ma che insieme toccano numeri da capogiro. Già, perché esistono oltre 100mila applicazioni fitness/salute disponibili per il download e si stima che nel corso dell’anno oltre 500 milioni di persone in tutto il pianeta ne utilizzeranno almeno una.
Ma se il 2015 sarà un anno importante occorre ricordare che alla fine dello scorso dicembre si è registrato un incremento del 62% di questo tipo di app contro il 33% delle altre. Numeri che emergono dal report “mHealth app developer economics 2014” a cura di Research2Guidance, secondo il quale entro il 2017 questo mercato dovrebbe valere circa 26 miliardi di dollari, fatturato che per la maggior parte proverrà dai servizi collegati alle applicazioni e dalle infrastrutture indispensabili al loro funzionamento. App come opportunità, dunque, ma spesso i pazienti tendono a bypassare il medico, considerandole un ausilio sostitutivo e non supplementare.
Un errore, questo, dal quale si sono tenuti alla larga i programmatori di Pharmawizard, la nuova app gratuita – che prende il nome dalla startup, tutta italiana, fondata dalla farmacista Luana Longo – disponibile per i dispositivi che usano i sistemi operativi iOS e Android. “Nulla che subentri al ruolo del medico”, precisa il team di sviluppatori, che nel progetto ha integrato le informazioni tratte dalla banca dati del farmaco e dal ministero della salute. Capire i bugiardini dei farmaci, informarsi sui propri (leggeri) malanni, controllare le interazioni dei farmaci e individuare la farmacia più vicina. E ancora, conoscere i farmaci di marca, medicinali equivalenti e da banco, principi attivi, indicazioni e intolleranze: sono queste le esigenze che questa app vuole soddisfare. Applicazioni che, almeno nelle intenzioni, nascono dal rigore della medicina e dalla precisione della farmacologia coniugati con la tecnologia moderna, basata sugli open data.
Ma attenzione ai cyber attacchi contro il settore sanitario, che proprio nel 2015 vedrà un aumento delle campagne di attacco data stealing. Il riferimento è alle previsioni per l’anno rilasciate da Websense, che analizzano i dati sanitari quale target principale, come spiega Emiliano Massa, director of regional sales per l’Italia: “Esaminando scrupolosamente i trend e le tattiche più recenti dei criminali informatici, emerge un filo conduttore comune e preoccupante: queste minacce stanno diventando sempre più frequenti e sofisticate”. In particolare, sono i record sanitari a celare un vero e proprio tesoro di informazioni personali che possono essere usate in numerosi attacchi e diverse tipologie di frodi, “in un ambiente dove è ancora in atto la transizione di milioni di dati dei pazienti dal formato cartaceo a quello digitale”, spiegano da Websense.