Si è svolto nel pomeriggio l’incontro tra i vertici di F2i e quelli di Vodafone per fare il punto della situazione sul dossier Metroweb. Si è trattato, come era avvenuto la scorsa settimana quando il fondo aveva incontrato Telecom Italia, di una riunione interlocutoria, per iniziare a discutere di un possibile investimento dell’operatore in Metroweb, la società della rete in fibra di cui il fondo infrastrutturale detiene circa il 54%.
I diretti interessati non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali alla fine della riunione di oggi, che ha visto da una parte Aldo Bisio, ceo di Vodafone Italia, e dall’altra Renato Ravanelli, numero uno di F2i.
La settimana scorsa Ravanelli aveva incontrato Marco Patuano, ad di Telecom Italia, e nel corso del vertice non era stata assunta alcuna decisione sull’eventualità che il fondo possa dismettere il proprio 53,8% di Metroweb. L’obiettivo di Ravanelli in questa prima tornata di riunioni è capire quali saranno i piani di investimento che i soggetti interessati presenteranno per Metroweb. Solo in un secondo momento il fondo deciderà se vendere o meno la quota, o una sua parte.
A novembre erano giunte sul tavolo del numero uno del fondo le “espressioni di interesse” da parte delle due telco, che però non avevano alcuna indicazione di prezzo né riferimenti a eventuali strategie industriali: per questo il fondo si era riservato di intavolare i colloqui con i due soggetti interessati per esplorare più da vicino le loro intenzioni.
Da quanto riporta Mf-Dj, F2i, qualora decidesse di vendere, sarebbe orientata a farlo attraverso una gara.
Se l’operazione entrasse nel vivo, in ogni caso, bisognerà fare i conti con le norme Antitrust, perché verrebbero alterati gli equilibri del possesso della rete, con il rischio della creazione di un soggetto con una posizione dominante. In quest’ottica va letta la missiva che Vodafone ha inviato a fine novembre all’Autorità garante della Concorrenza per assicurare una gestione neutrale e indipendente della rete.
L’idea di Vodafone è che qualora F2i dovesse cedere la sua partecipazione in Metroweb, l’unica soluzione sarebbe l’ingresso degli operatori alternativi interessati nell’azionariato della società. Tra gli altri operatori del comparto (Fastweb e Wind, in primis), ricostruiscono da Mf-Dj, sta prendendo sempre più piede l’idea di “una soluzione sistemica” che prefiguri l’ingresso in Metroweb dei principali attori del settore telefonico.
Sul dossier vigila con attenzione anche Palazzo Chigi. Uno degli obiettivi dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi è di creare una rete nazionale in fibra ottica ultra larga, con una potenza di 100 megabit. Un contesto in cui Metroweb sarebbe il soggetto ideale per poter realizzare questo progetto e colmare il gap che l’Italia ha nei confronti degli altri Paesi europei. Proprio in questa direzione si muoverebbe l’ipotesi, circolata di nuovo negli ultimi giorni, di una compagine a guida pubblica (Cdp) con la partecipazione di tutti gli operatori, in cui a Telecom sarebbe data l’opportunità di una call per salire fino al 51%.