e-Business in crescita per le imprese italiane. È la fotografia
scattata dal Secondo Osservatorio Italiano sull’e-Business,
realizzato da eBit Innovation e Demoskopea, che ha verificato
l’utilizzo di strumenti di e-Business e di info-Commerce da parte
delle aziende di casa nostra.
Dai dati emerge un incremento nell’uso di strumenti innovativi
per lo sviluppo del biz aziendale, dove a farla da padrone è il
Crm cresciuto del 21% rispetto al 2008: l’ l’87% delle 300
aziende intervistate dichiara di aver creato un data base clienti
ed il 67% di aver dettagliato il database con attività di
profilazione e segmentazione.
Buone anche le perfomance dei social network che hanno registrati
un aumento del 16% e delle attività di webmarketing (+15%).
Per quanto riguarda l’Info-commerce, è boom della versione
“mobile”: le imprese infatti raddoppiano l’invio di Sms ai
propri clienti (dal 18% del 2008 al 41% del 2009) e l’utilizzo di
materiale interattivo o multimediale presso il punto vendita (dal
18% al 40%), mentre crescono sensibilmente anche gli M-site, i siti
ottimizzati per i telefonini).
Nonostante il trend di crescita di strumenti innovativi, il sito
web aziendale continua ad essere il preferito delle imprese: il 99%
delle 300 intervistate dichiara di averlo realizzato e di farne un
ampio uso, ma la soddisfazione rispetto ai risultati ottenuti è
ancora bassa.
In effetti dalla ricerca si notano delle discrepanze importanti.
Se, ad esempio, per la quasi totalità dei consumatori il web è
importante per raccogliere informazioni su prezzi dei prodotti
(90%) e su promozioni e sconti (70%) le aziende non rispondono in
maniera adeguata e solo il 42% dei siti contiene sezioni dedicate a
concorsi e promozioni e addirittura un esiguo 26% presenta offerte
di prezzi e sconti.
Il 40% delle aziende, infine, ammette di fare uso delle ricerche di
mercato online, appoggiandosi, nel 71% dei casi, agli istituti di
ricerca specializzati.
Valutando l’efficacia dell’eBusiness sulla propria azienda il
70% degli intervistati prevedono un impatto sulla profittabilità,
che dovrà tradursi, per il 64%, in un’attività di
riorganizzazione dei processi della struttura aziendale. Infatti
proprio una scarsa convinzione da parte del management soprattutto
per la carenza di interlocutori competenti sia internamente che
esternamente all’azienda risulta essere il principale ostacolo ad
un maggiore utilizzo dell’e-Business.
Oltre che le aziende l’e-biz “seduce” anche i consumatori. La
stessa ricerca ha fotografato le abitudini di 750 consumatori 750
consumatori.
Il consumatore si aggiorna in rete e con una elevata frequenza (15
giorni al mese) raccoglie informazioni sulle novità offerte dalle
aziende (95% degli intervistati), ogni tre giorni circa invece
cerca (90%) e confronta (89%) i prezzi indipendentemente dal luogo,
virtuale o fisico di acquisto.
Quindi il web è visto dai consumatori come una piazza virtuale
dove è più semplice raccogliere informazioni per gli acquisti
intelligenti e instaurare una relazione con l’azienda in maniera
diretta o accedendo a sezioni riservate sul sito aziendale (92%
degli intervistati è iscritto ad una extranet) o richiedendo
comunicazioni possibilmente mirate e personalizzate (il 60% del
campione si iscrive a newsletter).
Il 63% dei consumatori dichiara di aver contattato proattivamente
le aziende, e solo il 50% afferma (o almeno questo è il percepito)
di essere stato interpellato dalle imprese. Quindi c’è un grande
margine di attività per le aziende che possono soddisfare un
“bisogno di informazioni”. Tra i maggiori motivi di contatto
del consumatore verso l’azienda, infatti c’è l’interesse a
ricevere aggiornamenti sui prodotti e servizi (69%), seguito dalla
ricerca di promozioni o sconti da sfruttare per il 36% sul punto di
vendita e online per il 23%. Solo il 4% degli intervistati
manifesta il bisogno di esprimere lamentele e insoddisfazioni per i
prodotti o servizi come ragione del contatto.
Per quanto riguarda la tipologia di siti visitati, lo studio
evidenzia che quelli maggiormente visitati negli ultimi 6 mesi, per
il 70% di abbigliamento e accessori, per il 66% siti finanziari
(bancari più assicurativi), alla grande distribuzione (62%),
all’arredamento e/o complementi di arredo (58%), siti di prodotti
per la cura del corpo (53%), seguono siti dedicati agli alimenti
(47%), alle bevande e bibite (35%), detergenza, pulizia della casa
(34%) ed infine siti relativi a vino e alcolici (29%).
“L’avvento di internet’, – spiega Simona Beltrame,
Amministratore Delegato di Demoskopea – ha incentivato la
propensione agli acquisti in tutti i settori analizzati con
percentuali importanti che vanno dal 58% nei servizi finanziari
(incremento maggiore) al 42% dell’arredo e complementi
(incremento minore). Questo dovrebbe attenuare i timori, tuttora
esistenti, che internet sia uno strumento di cannibalizzazione
verso i canali tradizionali, ma piuttosto si affianca a questi
incrementando le probabilità di acquisto”.