Ericsson dà battaglia ad Apple in tribunale per il pagamento delle licenze sull’utilizzo di tecnologie per la telefonia mobile: il vendor svedese ha deciso di passare alle vie legali dopo che la stessa Apple le ha mosso causa.
Al centro della disputa vi sono brevetti di Ericsson considerati fondamentali per gli smartphone e i tablet che Apple utilizza per i suoi iPhone e iPad pagando le licenze al vendor svedese in base a un accordo che però scade tra pochi giorni e per il cui rinnovo le due aziende hanno trattato per due anni senza riuscire a giungere a un’intesa sull’entità delle tariffe da versare ad Ericsson.
I brevetti in questione coprono infatti tecnologie considerate standard-essential e secondo Ericsson il nuovo contratto di licenza proposto si basa, come previsto in questi casi, su condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (i cosiddetti termini Frand). Apple non l’ha vista così e si è rifiutata di accettare il rinnovo proposto da Ericsson, presentando una causa legale presso la U.S. District Court for the Northern District of California.
Secondo la Mela il fornitore svedese chiede royalties sproporzionate essendo i brevetti in questione essenziali: Ericsson pretende infatti una percentuale sul prezzo finale di ogni smartphone o tablet, mentre la cifra da pagare dovrebbe secondo Apple essere corrisposta in base al valore del chip che include la tecnologia.
“Siamo sempre stati disponibili a pagare un prezzo equo per assicurarci i diritti all’uso di brevetti essenziali che coprono le tecnologie che usiamo nei nostri prodotti”, ha detto la portavoce di Apple Kristin Huguet. “Purtroppo non siamo riusciti a giungere a un accordo con Ericsson su una tariffa equa per i loro brevetti e per questo abbiamo chiesto l’intervento del tribunale”.
In risposta all’azione di Apple, Ericsson ha presentato una sua causa presso la District Court for the Eastern District of Texas, chiedendo ai giudici un verdetto sull’effettivo rispetto dei termini Frand della sua offerta.
“Pensiamo sia ragionevole ottenere un equo compenso dalle aziende che beneficiano dello sviluppo tecnologico fatto da Ericsson nell’arco di trent’anni”, ha dichiarato Kasim Alfalahi, chief intellectual property officer di Ericsson, che ha detto di augurarsi comunque una soluzione rapida e soddisfacente per entrambe le parti: “Collaboriamo da anni con Apple e speriamo di continuare a farlo in futuro”, ha sottolineato Alfalahi.
Ericsson è tra le società più ricche di brevetti al mondo, soprattutto nel wireless, nonostante abbia smesso di produrre direttamente telefonini. Nel 2012, ha riorganizzato la sua divisione Licensing and Patent Development per monetizzare meglio il suo portafoglio di brevetti; il suo capo Alfalahi non riporta più al Cto, ma direttamente al Ceo Hans Vestberg. Questo cambiamento ha ripagato: nel 2013, le entrate di Ericsson dalla proprietà intellettuale sono salite a 10,6 miliardi di corone da 6,6 miliardi nel 2012. Al suo attivo Ericsson ha anche più di 100 accordi di licenza, tra cui delle partnership con le principali aziende degli smartphone e dei device mobili. A inizio 2014 Ericsson ha raggiunto un accordo con Samsung, al termine di una disputa legale, che ha costretto il gruppo sud-coreano a versare 650 milioni di dollari più diversi anni di royalties per una cifra rimasta confidenziale.